È consuetudine pensare e credere che un’eventuale allergia al nichel causi un aumento di peso. In realtà le correlazioni tra causa ed effetto non sono state chiarite. Ciò che può essere definito come un cambiamento fisico, infatti, molto probabilmente è causato da uno stato d’infiammazione e, quindi, da gonfiore e ritenzione di acqua. Le mucose interne si irritano facilmente a contatto con questo metallo, andando a produrre un gonfiore addominale inevitabile che, se trascurato, può definire un aumento corporeo.
Cosa fare, dunque, per evitare l’effetto collaterale poco gradito? Fondamentale è sottoporsi ad una dieta varia, bilanciata e, ovviamente, priva degli alimenti contenente l’elemento tossico per il proprio organismo. Per questo motivo il consiglio migliore è quello di rivolgersi ad un nutrizionista specializzato in allergie alimentari evitando il dannosissimo fai da te che porterebbe solo a peggiorare la situazione, come spiega il naturopata nutrizionista, Luca Avoledo, esperto di salute naturale e alimentazione.
Il consumo ripetuto di cibi sbagliati è in grado di scatenare una risposta immunitaria. Il corpo riesce a compensare il sovraccarico fino a una certa soglia. Oltrepassato questo limite, esso reagisce innescando una reazione infiammatoria, perché percepisce quegli alimenti come una minaccia. Numerose ricerche scientifiche negli ultimi anni hanno evidenziato che l’infiammazione sollecita particolari cellule immunitarie, i macrofagi presenti nel tessuto adiposo, stimolandole a produrre citochine e molecole che provocano insulinoresistenza. Questo vuol dire che l’insulina rimane attiva nel sangue e gli zuccheri non sono trasferiti ai tessuti o metabolizzati. Il risultato è un elevato livello di glicemia. Questa situazione è aggravata dall’azione dell’insulina, che immagazzina gli zuccheri come riserva.
In sostanza, dunque, il corpo tende ad accumulare grasso perché si trova in uno stato di allarme per dei segnali di pericolo che gli arrivano. È come se pensasse di dover far fronte ad un consumo di energia superiore che, in realtà, non sussiste. Per questo motivo, dunque, la sensibilità al nichel potrebbe creare un aumento di peso.
Dunque, una situazione di possibile pericolo si ravvisa in caso di accertata sensibilità all’elemento. In questo caso si dovrà limitare, se non addirittura eliminare, il cibo con questo metallo. E anche il contatto con suppellettili, gioielli o contenitori che lo abbiano tra i componenti.
Quali sono i cibi con nichel
Tra i cibi con nichel troviamo cioccolato e il cacao in polvere. Tutta la frutta secca. Liquirizia, pasta sfoglia confezionata, biscotti confezionati e prodotti con pectina che si trova nelle marmellate e gelatine alimentari.
Cereali come avena, farro, mais, malto, orzo, grano saraceno e i loro derivati. Tutti i legumi, i frutti di mare, molluschi, crostacei e prodotti ittici come salmone, polpo, totano, merluzzo, platessa, aringhe, acciughe e pesce azzurro in generale.
Ci sono anche ortaggi e frutta da limitare o eliminare. Funghi, asparagi, broccoli, pomodori, lattuga, cipolle, carote, cavolfiori, fagiolini. Anche sedano, radicchio e finocchio, soia e derivati.
Niente da fare per albicocche, ananas, ciliegie, fichi, frutti di bosco, pere, prugne, uva passa, kiwi, nespole, anguria e avocado. Infine, la frutta essiccata come le prugne secche, semi di girasole e semi di lino.
Da monitorare alloro, basilico, origano, prezzemolo, senape, cannella, margarina, concentrato di pomodoro, ketchup e olio di semi.