Tutti i ristoranti italiani dovranno avere almeno un piatto dedicato al formaggio in menù. Lo ha detto al Gambero Rosso il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, visitando lo stand della casa editrice in occasione durante il Vinitaly a Verona. Salvo poi smentire le parole (o ammorbidirle) in una nota del Discastero. Secondo Lollobrigida, infatti, non si è mai parlato di obbligo. In realtà, Lollobrigida ha parlato di imposizione. “Sto facendo un ragionamento con la ristorazione, sia con Confcommercio che Confesercenti. Vorrei imporre un piatto dedicato al formaggio nei menu degli esercizi di ristorazione. Non il formaggio che accompagna, ma il formaggio che è il piatto, ricalcando un po’ il modello francese“. Al fiume di polemiche successive alla dichiarazione, ha fatto seguito la correzione.
“La notizia sulla imposizione dei formaggi nei ristoranti è priva di fondamento e dispiace che un giornale che ha l’ambizione di essere riferimento del mondo della Qualità la dia in questo modo. Non c’è alcuna imposizione intesa come obbligo di legge, ma sollecitazione a valorizzare i nostri eccellenti formaggi“, ha spiegato.
Il botta e risposta con il direttore di Gambero Rosso Marco Mensurati è continuato ovviamente. L’ultima parola, al momento, è di Lollobrigida che in una lettera (a questo punto definitiva) ha spiegato: “Valorizzare i nostri formaggi anche nella ristorazione, raccontando la provenienza, la storia del latte utilizzato, l’arte casearia che c’è dietro, significa difendere reddito e lavoro“.
Quindi, nei menù ci sarà o no il formaggio di default? La risposta è sì. Ma ci si arriverà per gradi. E soprattutto, almeno nell’idea del Ministro, la decisione non sarà un onere, quanto una strategia precisa di auto promozione. Il 7 maggio prossimo ci si terrà l’assemblea di Fipe-Confcommercio. All’ordine del giorno ci sarà un incontro tra Governo e ristoratori per la presentazione del protocollo di intesa finalizzato alla valorizzazione dei formaggi.