La sugar tax è un’imposta sulle bevande zuccherate pensata ed introdotta per andare a contrastare i problemi legati all’obesità cui contribuisce anche il consumo di molte bibite gassate. Il provvedimento, comunque, che, stando alle ultime notizie, dovrebbe slittare a gennaio 2025, è destinato ad essere applicato ad una vasta tipologia prodotti tra cui anche i succhi di frutta addizionati di zucchero o dolcificanti.
In questo modo, dunque, il consumatore dovrebbe essere spinto a consumare delle bevande decisamente più sane e, soprattutto, naturali. Nonostante il proposito salutista, però, la proposta di questa tassa ha creato diverse tensione all’interno dell’ambito politico. Forza Italia, infatti, si è dimostrata immediatamente in opposizione rispetto alla sua applicazione anticipata La riduzione dell’aliquota, da dieci a cinque euro per ettolitro per i prodotti finiti e da 0,25 a 0,13 euro per chilo per i prodotti diluiti, ha suscitato dibattiti sulla reale efficacia della misura e sul suo impatto sull’economia e sull’occupazione.
In sostanza, dunque, se da una parte la sugar tax s’impegna a costruire una società più sana dal punto di vista alimentare, dall’altra potrebbe andare ad incidere in modo significativo sull’economia. I produttori e alcune associazioni prevedono un calo delle vendite, tagli agli investimenti e rischi occupazionali significativi.
Anche Coldiretti, poi, il principale sindacato del mondo agricolo, interviene contro la sugar tax, definendola una misura distorsiva che penalizza imprese e famiglie, danneggiando la filiera agroalimentare made in Italy. In modo particolare il presidente Ettore Prandini si è espresso in questo modo:
Siamo stati i primi a chiedere pubblicamente un intervento del Governo per rivedere una tassa che rischia di danneggiare le imprese agroalimentari già colpite dall’aumento dei costi di produzioni causato dalle guerre e dalle tensioni internazionali.
Considerando tutto questo, dunque, le aziende del settore sono riuscite ad ottenere il rinvio di un ulteriore anno.