Guglielmo Marconi viene ricordato essenzialmente per essere stato il padre della telecomunicazione grazie all’utilizzo delle onde radio. Una scoperta essenziale, la cui evoluzione ha portato successivamente allo viluppo di radio e televisione. Oltre a questo, e al Premio Nobel per la Fisica ottenuto nel 1909, però, Marconi è al centro di una leggenda legata a Mussolini e alla realizzazione di potentissima arma chiamata il raggio della morte e progettata dallo stesso scienziato. Ma quanto c’è di vero in questa storia e quanto, invece, è legato ad una mitologia propagandistica del fascismo?
Le armi meraviglia
Iniziamo con il dire che questo così detto raggio della morte può rientrare nel gruppo di quelle che erano conosciute come “armi meraviglia”, particolarmente in voga in Germania. È indubbio che la tecnologia nazista fosse molto avanzata in fatto di soluzioni belliche. Nonostante questo, però, la dittatura si nutriva anche di una serie di messaggi propagandistici volti a costruire l’immagine di scienziati tedeschi praticamente in grado di fare tutto, come una sorta di stregoni. Rifacendosi a questo, dunque, anche il governo fascista non poteva certo farsi mancare la mitologia della progettazione di un’arma eccezionale, progettata niente meno che da Guglielmo Marconi.
Successivamente, però, l’invenzione sarebbe stata attribuita addirittura a Majorana che, stando ad un’altra fantastoria, si sarebbe rifugiato in un convento in Italia dopo essersi fatto consegnare 13 miliardi per lo sviluppo di un’arma mai consegnata .
Come nasce la leggenda del raggio della morte
Nonostante le successive variazioni del racconto, comunque, all’inizio il suddetto raggio della morte viene attribuito a Guglielmo Marconi dallo stesso Benito Mussolini. A raccontarlo è niente meno che donna Rachele, la moglie del Duce. Tutto sembra iniziare nel giugno del 1936. Per venti minuti Rachele Guidi rimane bloccata sulla Roma-Ostia con altre macchine senza nessun motivo. Arrivata a destinazione, poi, racconta l’accaduto al marito che le rivela un segreto. Mussolini, infatti, le dice che l’inconveniente era dovuto a un esperimento di Marconi. Lo scienziato stava preparando un’arma, il raggio della morte, che avrebbe reso l’Italia invincibile.
A questo punto una domanda sorge spontanea: che fine ha fatto quest’arma meraviglia? Stando allo stesso Mussolini, pare che lo scienziato si sia rifiutato di consegnarla su suggerimento del Papa. A quel punto il Duce non ha fatto altro che licenziare Marconi. Ovviamente, quanto di vero ci sia in questa ricostruzione non è dato sapere. Marconi, infatti, è stato un fascista della prima ora e la sua fama internazionale ha dato lustro scientifico ai primi anni della dittatura. Nonostante questo, però, ha sempre negato l’esistenza della progettazione di un arma del genere fino alla sua morte avvenuta nel 1937.