Mattia Torre è stato uno scrittore, drammaturgo, sceneggiatore e regista italiano. Scomparso nel 2019 a causa di una lunga malattia, è stato tra i padri artistici di Boris, la fuoriserie italiana. Prima di morire ha firmato la sceneggiatura di Figli, poi diretto nel 2020 da Giuseppe Bonito e interpretato da Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea.
Mattia Torre nasce a Roma il 10 giugno del 1972. Inizia la sua carriera di autore sulle tavole dei palcoscenici di Roma, battuti assieme al regista e sceneggiatore Giacomo Ciarrapico e all’attore Valerio Aprea. Nei primi anni ’90 scrive pièce come L’ufficio, Io non c’entro, Tutto a posto e Piccole anime, che diventa un film nel 1998.
Nel 2002 arriva ancora il cinema con Piovono mucche, vincitore del premio Solinas per la sceneggiatura. L’anno dopo, con Valerio Aprea, realizza il monologo teatrale In mezzo al mare, che poi diventerà un libro. Mattia Torre è anche autore per il programma televisivo di Serena Dandini Parla con me. Dal 2007 al 2010 scrive con Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico la serie cult Boris, che poi trasformerà in film (diretto assieme agli altri due colleghi).
Con loro dirige nel 2014 Ogni maledetto Natale che nel cast vede anche Corrado Guzzanti. Sempre Guzzanti è il protagonista della serie TV Dov’è Mario?. Nel 2018 realizza per Rai Play La linea verticale, una serie autobiografica, interpretata da Valerio Mastandrea, in cui racconta la sua malattia. Muore il 19 luglio 2019. A lui è dedicato il film Cosa sarà di Francesco Bruni e la quarta stagione di Boris.
È stato sposato con Francesca Rocca, ostetrica, con la quale ha avuto due figli, Emma e Nico. Ottiene nel 2021 il David di Donatello per la migliore sceneggiatura originale per Figli ritirato dalla figlia Emma. In quell’occasione disse: “Voglio fare i complimenti a mio padre che è riuscito a vincere questo premio anche se non c’è più. Dedico questo premio al mio fratellino Nico che mi fa ammazzare dalle risate e a mia madre che non si arrende mai e ringrazio le ostetriche che fanno nascere i bambini e ai medici che cercano di tenerli qua. Bravo papà!”.