Aftersun di Charlotte Wells finisce con Calum che saluta la figlia Sophie all’aeroporto in Turchia. Chiude la telecamera, segue un lungo corridoio che poi lo porta in una stanza dove si svolge un rave. Un epilogo ambiguo e volutamente aperto che può essere interpretato come un addio, un suicidio. Aftersun, del resto, è un film che di sensazioni, che poggia sulla magistrale interpretazione di Paul Mescal, candidato all’Oscar per il ruolo di Calum. Un uomo, affetto da depressione, padre di una ragazzina che vede raramente.
Sophie (Frankie Corio) è un’undicenne di Edinburgo che trascorre le sue vacanze estive con il papà Calum, amorevole e pieno di cure per la ragazzina. Decide di immortalare i momenti più belli con una telecamera MiniDV. Quelle immagini le vediamo tornare spesso durante tutta la storia. Sophie è un’adolescente come tante altre, concentrata sulle amicizie e sulla scoperta dell’altro sesso. Calum, invece, non riesce a essere sereno, preso com’è dai suoi problemi lavorativi e da una strisciante depressione che gli toglie vitalità.
La piccola non si rende conto di quanto soffra il suo genitore. Un giorno durante un’immersione perde una costosa maschera e si rende conto di quanto sia costata al padre. Lo consola, ma Calum, sfrutta un momento di lontananza di Sophie per dire all’istruttore di essere certo di non arrivare ai 40 anni. Acquista anche un tappeto per Sophie, nonostante sia caro. I giorni trascorrono e Sophie prova a cantare con il padre in una gara di karaoke. Sophie non riesce a vincere le resistenze di Calum e si esibisce da sola. Furiosa, lascia il padre ed esce con i ragazzi del resort. Bacia Michael e poi torna in stanza. Dove trova il padre addormentato, dopo essersi immerso in acqua al buio.
Calum è sempre più disperato. Non riesce a festeggiare nemmeno il compleanno, anzi scopriamo che la sera del bagno notturno era esploso in un pianto a dirotto, provando a scrivere lettere per la figlia. L’ultima notte della loro vacanza, Calum e Sophie ballano insieme sulle note di Under Pressure. Il giorno si separano all’aeroporto.
Oggi Sophie è adulta, ha 31 anni, è sposata e ha una figlia. Nel film la vediamo mentre immagina di essere in un rave dove il padre balla sfrenato, mentre lei tenta di abbracciarlo senza riuscirci. La donna è seduta sul divano di casa sua. Tiene in mano una piccola telecamera che punta verso il pubblico. La macchina da presa si allontana lentamente e ora inquadra Calum, mentre mette via la sua telecamera. Si volta e si avvia verso un rave che intravediamo dalle luce che fanno capolino dietro una porta.