Roland Garros era un grande aviatore francese, noto per le sue imprese durante la Prima Guerra Mondiale come pilota di caccia. Oltre a essere pioniere nel suo campo, egli era un appassionato di tennis. Per onorare la sua memoria, dunque, dopo la morte avvenuta in battaglia, gli è stato intitolato nel 1928 lo stadio per il tennis, che si trova nel XVI arrondissement di Parigi. L’impianto è caratterizzato dai tradizionali campi in terra battuta. Da quel momento, gli Open di Francia diventano quindi semplicemente Il Roland Garros.
Un trofeo che tante soddisfazioni sta regalando ai colori azzurri. Se il nuovo numero 1 del tennis mondiale Jannick Sinner ha mancato di poco l’impresa di conquistare la finale 2024, Jasmine Paolini, invece, di finali ne disputerà due. La prima nel singolo, oggi alle 15.00 contro la polacca Iga Świątek. La seconda nel doppio, in coppia con Sara Errani, domani contro Coco Gauff e Katerina Siniakova. Doppio che sorride anche ai nostri Andrea Vavassori e Simone Bolelli che, oggi, dopo la finale femminile del singolo, sfideranno Mate Pavic e Marcelo Arevalo per il titolo.
La nascita del Roland Garros
Nel 1927, la Francia vinse la Coppa Davis in finale contro di gli U.S.A. Della squadra facevano parte Jacques Brugnon, Jean Borotra, Henri Cochet e René Lacoste (sì, quello delle magliette). La squadra aveva bisogno di un impianto sportivo per poter difendere il titolo, l’anno seguente. Fino a quel momento, per ospitare le gare, si alternavano gli impianti delle polisportive Stade Français e del Racing Club de France. Quando si affacciò l’opportunità di candidarsi, per gestire lo stadio Jean Bouin, i presidenti delle due società, Pierre Gillou per il Racing ed Émile Lesieur per lo Stade Français, si fecero avanti. Lesieur si aggiudicò la gara e decise di formare una società con il rivale.
L’8 settembre 1927 i due ottennero una concessione di 25 anni, pagando un affitto di 20 mila franchi e ottenendo il 6% dei ricavi lordi futuri. Lesieur impose una sola condizione: che lo stadio si chiamasse come il suo amico e compagno di università Roland Garros. Una leggenda dell’aviazione.
Chi era Roland Garros
Eugène Adrien Roland Georges Garros nasce a Saint-Denis, nell’isola della Riunione, il 6 ottobre 1888, sotto il segno della Bilancia. Figlio di un avvocato benestante, cresce in Indocina, per poi trasferirsi a Parigi, nel ‘900, a soli 12 anni, per studiare al College Stanislas.
Si ammala di polmonite e si trasferisce a Cannes, dove le migliori condizioni climatiche e lo sport lo fanno rifiorire. Si diploma in latino e lingue a Nizza. Fa parte anche della squadra di ciclismo dell’École des hautes études commerciales de Paris, dove si diploma in diritto. Qui che conosce il leggendario rugbista Lesieur e stringe con lui un’amicizia fortissima.
Nel 1909 scopre il volo. Impara a volare pagandosi da solo le lezioni.
Nel 1911 mette a segno il record mondiale di altezza raggiungendo con un aeroplano i 3910 metri. Si ripete nel 1912, conquistando prima i 5000 e poi i 5610 metri con due coli. Sempre nel 2012 vince la gara aerea Tunisi-Marsala-Roma.
Il grande coraggio lo porta a compiere nel 1913 il primo volo senza scalo attraverso il mar Mediterraneo, da Fréjus, in Francia, a Biserta, in Tunisia. Garros, durante la Grande Guerra, inventa uno stratagemma importante per i combattimenti aerei. Posiziona una mitragliatrice nella parte anteriore dell’aereo, in modo da volare e sparare, in contemporanea, con maggiore agilità, senza colpire le eliche. Diventa ben presto una personalità dell’aviazione transalpina. Persino Jean Cocteau dedica a lui dei versi.
Nonostante la cattura da parte dei tedeschi che, esaminando il suo velivolo, mettono a punto un meccanismo di sparo migliore. Garros fugge dalla prigionia e nel 1918 si riunisce, da trionfatore, all’esercito francese. Tuttavia, Garros non riesce a stare lontano dal cielo. Il 5 ottobre dello stesso anno viene abbattuto e ucciso sopra le Ardenne.