Non spaventatevi. Gli alieni che secondo gli studiosi di Harvard agiscono già in mezzo a noi sono degli extraterrestri pacifici. Secondo un recente studio pubblicato dai ricercatori dell’università di Harvard e della Montana Technological University sugli Unidentified Anomalous Phenomena, i criptoterrestri (ora gli alieni si chiamano così) esistono eccome. Stiamo parlando di esemplari di una specie intelligente che sono il residuo di un’antica civiltà che si è evoluta parallelamente agli umani.
Questi esseri possono viaggiare avanti indietro nello spazio e con ogni probabilità anche nel tempo. I ricercatori ipotizzano che possano vivere sulla Luna, nelle profondità sottomarine e nel sottosuolo. Inoltre, sanno mescolarsi agli esseri umani. Sono dei veri mutaforma in grado di assumere anche le sembianze di altre creature.
Sfruttano i luoghi caldi del nostro pianeta, laghi e vulcani per esempio, per uscire allo scoperto. Ecco perché secondo gli autori dello studio proprio in queste zone siano frequenti gli avvistamenti di UFO. Al di là della storia che può apparire a tratti inverosimile, l’importanza delle voci in campo avrebbe spinto anche la NASA a lasciare aperta una porta su questa possibilità (eventualmente la chiuderà a doppia mandata).
L’ipotesi dell’esistenza degli alieni non ha nulla a che vedere con mostriciattoli antropomorfi verdi e con le antennine. Si tratta piuttosto di immaginare l’esistenza di altre civiltà, come suggerito dal controverso astrofisico di Harvard, Avi Loeb. Già l’atto di immaginare la presenza di questi popoli avanzatissimi, posizionati chissà dove nell’universo, è di per sé assurdo. Ma assurdo vuol dire solo che al momento non è stato dimostrato, non che non sarà mai dimostrato. Almeno, secondo gli studiosi della ricerca.
Gli stessi ricercatori dell’Human Florishing Program sono consci della particolarità delle loro teorie. Per loro, però: “alcuni aspetti degli UAP sono talmente strani da richiedere spiegazioni non convenzionali“. Lo scopo dell’articolo, dunque, pur nella sua improbabilità di fondo è indagare l’ipotesi dell’esistenza di questi criptoterrestri.
I dubbi
Una questione del genere, però, merita di essere presa con le pinze. Vediamo quali sono eventuali punti oscuri.
- L’articolo verrà pubblicato, sì, ma sulla rivista Philosophy and Cosmology. E non è ancora stato visionato e approvato da ricercatori esperti indipendenti alla ricerca. Si tratta di un placet essenziale quando si affrontano temi che necessitano dell’approvazione e del vaglio della comunità scientifica.
- Le fonti dell’articolo sono quanto meno spurie. Oltre al citato Avi Loeb, che è una figura sempre molto discussa, ci sono video di YouTube, tweet, podcast. E non testi di assoluta rilevanza scientifica.
- La tesi è sostenuta da aneddoti e idee del tutto personali, non provate. Come dire: si lancia il sasso e si nasconde la mano. Assurdo vuol dire solo che al momento non è stato dimostrato, vero, ma allora fatelo, sostengono i più critici.