Era il 21 giugno 1982 quando gran parte dei londinesi si riversano in strada cantando “It’s a boy, it’s a boy”. Da alcune ore, infatti, Lady Diana era stata ricoverata presso l’ospedale Saint Mary per dare alla luce il suo primogenito ed erede al trono britannico.
Un momento celebrato e fissato nella memoria attraverso filmati in cui viene ritratta una folla festante e, soprattutto, le foto di rito della giovane principessa del Galles con il Royal Baby tra le braccia all’uscita dall’ospedale a poche ore dal parto. Esattamente come tradizione ha sempre richiesto.
Da quel momento sono trascorsi quarantadue anni e, ad oggi, il principe William Arthur Philip Louis Moutbatten-Windosr è diventato uno dei rappresentanti più assidui della famiglia reale, perfettamente incanalato nelle esigenze della corona con la moglie Kate ed i tre figli, George, Charlotte e lo scatenato Louis.
Il figlio di Diana
Prima di essere l’erede al trono, però, William è stato e, per molti, continua ad essere ancora oggi, il figlio della principessa del popolo, Diana. Un rapporto, il loro, intenso ed effettivamente segnato da una profonda affettività. Nonostante i doveri legati alla corona, infatti, Lady Di ha lottato perché i suoi figli avessero un’infanzia quanto più normale possibile, cercando d’insegnare loro quanto fosse sbagliato dare per scontato i privilegi di nascita.
Per questo motivo William è stato al centro di alcune diatribe interne fin dai primi mesi di vita. La principessa, infatti, ha imposto la sua volontà per non lasciare il figlio a Londra per troppe settimane durante il tour in Australia del 1983. Dopo un lungo tira e molla con il palazzo, dunque, William ha preso parte a questa visita, che ha decretato il primo vero successo di pubblico della madre, diventando il protagonista di alcuni famosi scatti che hanno fatto il giro del mondo intenerendo i lettori e creando l’illusione di una famiglia perfetta.
Insieme al fratello Harry, però, è stato protagonista anche di un altro momento rimasto scolpito in modo granitico nella memoria collettiva. Ovviamente si tratta della triste camminata dietro il feretro di lady Diana, morta prematuramente in seguito ad un incidente nel tunnel dell’Alma a Parigi. In quel momento i giovani principi hanno simbolizzato l’essenza stessa di un’infanzia interrotta e l’inizio di un nuovo momento arrivato troppo bruscamente.
Gli anni a Eaton e all’Accademia militare di Sandhurts
Ma come si svolge la vita di un erede al trono britannico? Un posto importante è rappresentato dalla preparazione culturale. La stessa che ha portato William a vivere fuori dalle costrizioni di Palazzo e dei suoi obblighi per molto tempo. Dopo la morte di Diana, ad esempio, torna ad Eaton, dove rimane per altri tre anni fino a che non consegue i diplomi in geografia, storia dell’arte e biologia.
Il passo successivo, poi, è l’università St. Andrews, dove si laurea in scienze naturali. Questi anni, però, vengono ricordati soprattutto per il suo incontro con Kate Middleton e con l’illusione di una vita normale, in condivisione con altri ragazzi e senza il peso del titolo.
Una volta terminati i suoi studi, però, William cerca di procrastinare ancora la sua entrata in scena come membro attivo dei Windsor. E lo fa raggiungendo il fratello Harry presso l’Accademia militare di Sandhurts.
L’incontro con Kate
Come anticipato, uno dei momenti più importanti nella vita di William è stato proprio l’incontro con l’attuale principessa del Galles durante gli anni alla St. Andrews. All’inizio di i due sono solamente amici e, insieme ad altri ragazzi, decidono di condividere un appartamento. Però, complice una sfilata per beneficienza ed un vestito evidentemente trasparente, William rimane colpito dalla bellezza di Kate ed inizia a corteggiarla nonostante lei abbia già una relazione.
È il 2001. I due iniziano a frequentarsi cercando di non far uscire la notizia sui giornali. Per William, infatti, il rapporto con la curiosità della stampa è sempre stato conflittuale dopo la morte di Diana. Con alti è bassi, comunque, la relazione va avanti fino al 2007. In quel momento, però, inizia un breve periodo di crisi. I tabloid cominciano a schernire la futura principessa chiamandola “Waiting Kate”, mettendo in evidenza come William non si decida a ufficializzare la relazione.
In effetti, per arrivare alla proposta di matrimonio, avvenuta in Africa, e al fatidico anello, lo stesso indossato dalla madre, ci sono voluti ben 10 anni. Il 20 aprile 2011, comunque, la coppia convola finalmente a nozze nell’Abbazia di Westminster davanti a 2000 invitati. Un matrimonio costato la bellezza di 20 milioni di sterline e con un impatto mediatico incredibile.
Il tragitto nuziale e la cerimonia, infatti, sono stati trasmessi a livello internazionale tenendo incollati al televisore due miliardi di persone. A contribuire a tale successo, ancora una volta, l’idea del compiersi di una favola. Questa volta l’artefice è la stessa Kate che, senza alcun retaggio nobiliare ed una sola stilla di sangue blu nel sangue, arriva a sposare l’erede al trono. Un evento che sembra segnare il cambiamento dei tempi e traghettare l’intera istituzione verso il mondo moderno. Forse.
William e Kate formano dunque una coppia inossidabile. Ancora di più oggi, nel periodo difficile della malattia della principessa. Che, tornata a farsi vedere in un bellissimo vestito bianco, simbolo di rinascita, al Trooping the Colour, oggi ha festeggiato William con un dolcissimo scatto familiare.
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Hobby e passioni
La vita di un reale, però, lascia spazio anche a degli interessi personali. Quelli di William, ad esempio, si concentrano sulle attività filantropiche. Una lezione che sembra aver appreso dalla madre. Per questo motivo, amando in modo particolare il continente africano, si dedica a questa zona e segue le problematiche con molte attività. Oltre a questo è volontario dell Croce Rossa e si occupa di dare vitto e alloggio ai senzatetto. Per finire, poi, finanzia la ricerca medica in molti ospedali.
Per quanto riguarda il tempo libero, invece, lo occupa con degli sport in cui ha sempre eccelso fin da ragazzo. Primo tra tuti, ovviamente, il Polo. Ma non solo. Ad appassionarlo, infatti, è anche il calcio. Per questo motivo è presidente della Federazione calcistica inglese e tifa Aston Villa.