Walter Veltroni ha intervistato il giornalista di Sky Sport, Marco Nosotti, per il Corriere della Sera di oggi. Un lunghissimo faccia a faccia, davvero commovente, in cui il cronista ha ripercorso le tappe di un momento terribile, culminato con la morte per tumore della moglie Silvia.
Solo qualche giorno fa, poco prima di Italia-Croazia che ci ha portati agli ottavi di finale dei campionati europei di calcio, Nosotti, di ritorno in Germania dopo il lutto che lo aveva colpito, aveva ricevuto l’abbraccio forte del CT azzurro Luciano Spalletti.
Nosotti e la moglie Silvia erano sposati da 28 anni. Lui era stato già sposato, lei, invece, voleva a tutti gli effetti una famiglia tradizionale. E amava dedicarsi al volontariato:
“Stava male da tempo. Tutto è cominciato alla fine degli altri campionati europei, quelli che l’Italia vinse. Tornai a casa, a Formigine, vicino Modena, e lei mi disse che dalle analisi risultava che era malata di leiomiosarcoma, un tumore dei tessuti molli. Mi disse ‘adesso togliamo tutto e vediamo cosa succede’. Purtroppo c’è stata la recidiva e si è ripresentato. Da lì è cominciata la sua battaglia, la nostra battaglia. Abbiamo vissuto quello che vivono tutte le persone, le coppie e le famiglie che hanno a che fare con malattie gravi“.
In quel momento, Nosotti ha chiesto e ottenuto l’aiuto della sua televisione, per lavorare più possibile vicino a casa.
“Il dolore la colpiva sul nervo sciatico ed erano sempre meno i momenti di serenità e sempre più quelli di sofferenza. Ho chiesto a Sky di lavorare vicino a casa, in quel periodo. C’erano da fare le notti, con lei. Ha voluto restare a casa, nella sala, per partecipare alle cose della vita di tutti e noi abbiamo tenuto sempre aperta la nostra abitazione“.
La situazione è precipitata dopo la prima gara degli Europei, Italia-Albania. Nosotti e tornato a casa in tempo per vederla l’ultima volta. La sera di Italia-Spagna, la morte della donna.
“Ci stavamo preparando a vederla insieme, facendo finta che tutto fosse normale. Quella sera, prima che iniziasse la gara, Federica Masolin, dallo studio, mi ha mandato un abbraccio chiudendo la trasmissione. Mio figlio mi ha suggerito di dirlo alla mamma, ma nel momento in cui sono cominciati gli inni nazionali Silvia è spirata. Ricordo che poco prima, tra un’iniezione e l’altra, il suo sguardo si era fatto di nuovo vivo e presente. Mi ha quasi chiamato a sé. Non poteva parlare, ma lo faceva con gli occhi. Le ho giurato amore per sempre e lei mi ha risposto con un bacio appena accennato, era troppo debole. Poi è tornata nel buio del suo dolore“.
Ora Nosotti è di nuovo al seguito degli azzurri, pronto a fare il suo lavoro.
“Io ho bisogno ora di ricordare, ho una gran voglia di risentire la voce di Silvia, non voglio dimenticarla, mai. Lei voleva sempre che fossi chiaro, asciutto, senza fronzoli, nel raccontare. Mi raccomandava, da maestra, di limitare le incidentali e di andare al sodo. Prima che partissi per Dortmund mi ha detto ‘vai tranquillo, fai il tuo mestiere, io ti guardo in tv’. Ecco. Quello del giornalismo è un mestiere, più che un lavoro. È una cosa importante, antica. Fatta non solo di tecnica, ma, soprattutto, di etica e di umiltà. Per questo ora sono qui, col mio dolore, per raccontare ciò che vedo“.
Trovate l’intervista completa a questo link.