Con i primi 5 episodi della prima parte della sesta e ultima stagione, si avvia alla conclusione una delle serie più amate di Netflix, Cobra Kai. Sequel/reboot della saga di The Karate Kid, incentrata però sul villain del cult movie del 1984, Johnny Lawrence, Cobra Kai è un misto di nostalgia e buoni sentimenti.
Qui ritroviamo molti dei volti amati del ciclo di film dedicati alle arti marziali, da William Zabka a Ralph Macchio. Passando per Martin Kove ed Elisabeth Shue. Ma cosa significa Cobra Kai? Cobra Kai vuol dire riunione di cobra. Un animale simbolico noto per il suo veleno mortale e per la velocità delle sue mosse. Proprio come il karate che Kreese ha insegnato ai suoi allievi, tra i quali Johnny Lawrence.
Cobra Kai infatti è il dojo fondato negli anni ’70 a Los Angeles dallo spietato sensei John Kreese assieme a Terry Silver, suo sodale sin dai tempi della guerra di Corea. Una scuola di karate immaginaria dove il senso profondo di questa disciplina è stato mutato, in favore di uno sport violento. Una lotta all’ultimo sangue dove conta solo vincere, a ogni costo. Non è un caso che il motto del dojo sia “Strike First, Strike Hard, No Mercy”, ovvero picchia per primo, picchia duro, nessuna pietà.
All’inizio della prima stagione della serie Johnny Lawrence in disarmo gestisce un Cobra Kai ancora più in disarmo, dopo il bando dall’All Valley. Egli cerca di radunare sotto la sua ala “protettrice” i ragazzi bullizzati. In un certo senso fa sua la lezione di Kreese, facendola diventare però più pulita ed etica.
Iniziano quindi una serie di avventure che lo portano a scontrarsi con la sua nemesi Daniel LoRusso, diventando poi a sorpresa suo alleato. Johnny e Daniel lottano assieme per difendere i loro figli dalla violenza di sensei Kreese, tornato in pista per dimostrare ancora una volta la sua potenza distruttrice.