Erano dolcissimi. Eppure, nonostante la loro intrinseca bontà hanno contribuito, e non poco, a diffondere epidemie. Stiamo parlando dei penny licks, termine che si riferisce a delle particolari coppe in vetro, tipiche dell’Inghilterra dell’800, in cui si serviva il gelato.
Ebbene, erano dei ricettacoli per virus e batteri e contribuirono non poco a diffondere gravi malattie come il colera. Perché? Perché gli avventori gustavano il gelato, leccandolo direttamente dal bicchiere. Senza che poi il contenitore venisse opportunamente lavato (ma solo sciaquato).
Do you recognise this style of glass? Before cones were invented, 19th Century street vendors would scoop their ice cream into one of these little glass cups – called a ‘penny lick’, as they cost a penny. It inspired our name. And we like that it sounds a bit naughty, too … pic.twitter.com/AhbfyIJTBC
— Penny Licks (@pennylicksices) June 23, 2021
I penny licks erano una grande attrazione per il pubblico sia per il costo irrisorio che per l’illusione ottica data dal vetro, che, grazie al doppio fondo, faceva apparire il contenuto più grande di quanto non fosse. In realtà il gelato era in minima quantità, ma sembrava abbondante. Così, finito in fretta, gli acquirenti, per lo più operai e delle classi meno abbienti, si avventavano fino in fondo per poterlo gustare tutto. Senza sapere a quali pericoli andavano incontro.
Pericoli che solo gli studi sull’igiene di Louis Pasteur e Robert Koch (l’uomo che scoprì la tubercolosi) evidenziarono. Colera e tubercolosi erano dunque all’ordine del giorno anche grazie al pericolo dei penny licks. Dal 1898 le coppette di vetro vennero vietate a Londra. Poi arrivò il bando totale negli anni ’30. Con l’introduzione delle coppette usa e getta e soprattutto del cono da passeggio, ideato da Italo Marchioni nel 1903, il pericolo è stato scongiurato. Veneto, emigrato negli USA, Marchioni ottenne il brevetto per una macchina che produceva coni di cialda.