Dal 1994, anno di uscita di Pulp Fiction al cinema, i fan di Tarantino non hanno mai smesso di discutere intorno ad una questione fondamentale: cosa c’è nella famosa valigetta? La risposta definitiva è diamanti e a svelare l’arcano è stato il co-creatore di Pulp Fiction Roger Avary in una intervista datata 1997 con il critico cinematografico Roger Ebert.
Un contenuto prezioso, sì, ma non così affascinante da giustificare l’aura di mistero che avvolge l’oggetto protagonista di uno dei MacGuffin più riusciti nella storia del cinema. A renderlo interessante e leggendario, ovviamente, è proprio la scelta di non mostrare mai la natura del contenuto, come lo stesso Avary ha dichiarato:
In origine la valigetta conteneva diamanti. Ma questa idea era sembrata troppo banale e prevedibile. Si decise quindi di non mostrar mai il contenuto. In questo modo, ciascun membro del pubblico avrebbe riempito gli spazi vuoti con il proprio contenuto. Tutto quello che si doveva sapere era che era “così bello.
A questo, poi, si aggiunge l’idea d’inserire al suo interno una lampadina arancione che, inaspettatamente, ha conferito all’oggetto un significato soprannaturale. Alcuni fan, infatti, avevano ipotizzato che al suo interno fosse custodita l’anima di Marsellus Wallace.
Il bagliore dorato che emana quando viene aperta, la combinazione della serratura (666) e il cerotto sul collo di Wallace sono stati interpretati come indizi di una transazione con il diavolo.