Le recenti osservazioni del James Webb Space Telescope (JWST) confermano un fatto straordinario: l’universo si espande più velocemente di quanto ci dicano le teorie attuali. Questa anomalia, chiamata “Hubble Tension,” era già stata notata grazie al predecessore Hubble, ma ora i dati del JWST eliminano ogni dubbio di errore strumentale. L’espansione accelerata, che avrebbe dovuto seguire un ritmo basato sul modello standard, supera le previsioni del 8%, costringendo gli scienziati a rivalutare le loro teorie sull’evoluzione cosmica.
Gli strumenti del JWST hanno analizzato il tasso di espansione, noto come costante di Hubble, utilizzando metodi innovativi e precisi, inclusi studi sulle Cefeidi, delle stelle pulsanti importanti che ci permettono di misurare distanze cosmiche enormi e anche il “movimento” dell’universo grazie all’andamento della loro luminosità. I risultati confermano valori compresi tra 70 e 76 km/s per megaparsec, contro i 67-68 previsti. In soldoni: gli astrofisici misurano la velocità con cui l’universo si espande in chilometri al secondo (km/s) per ogni megaparsec, che è un’unità di misura di distanza pari a circa 3,26 milioni di anni luce. Questa discrepanza suggerisce che un elemento sconosciuto – forse legato alla materia oscura, all’energia oscura o persino alla gravità – sta influenzando il nostro universo.
C’è un piccolo problema però. La materia oscura e l’energia oscura, che insieme costituiscono il 96% dell’universo, sono ipotesi fondamentali ma ancora avvolte nel mistero. La prima, invisibile ma inferibile dai suoi effetti gravitazionali, rappresenta il 27% del cosmo. La seconda, una forza enigmatica che contrasta la gravità, guida l’accelerazione dell’espansione e rappresenta il 69%. Nonostante il loro ruolo centrale, non sappiamo cosa siano né come funzionino.
Il problema dell’Hubble Tension non riguarda solo i numeri. Esso mette in discussione la nostra comprensione dell’universo. Gli scienziati esplorano teorie che includono nuove particelle, variazioni delle proprietà della gravità o persino cambiamenti nella natura del tempo e dello spazio. Di sicuro, servono più dati, come ha affermato Adam Riess, astrofisico premiato con il Nobel per la scoperta dell’energia oscura.
È come se avessimo trovato una nuova strada da esplorare. E siamo solo all’inizio.