Roma è conosciuta nel mondo come la capitale d’Italia ma non è stato sempre così. Prima della città eterna, infatti, a vestire questo ruolo sono state altri due centri molto importanti alla fine dell’800: Torino e Firenze. Nel 1861, infatti, viene proclamata l’unità d’Italia, e Torino, già capitale del Regno di Sardegna, viene scelta come centro nevralgico del nuovo Stato. La città sabauda, con la sua posizione strategica e la sua solida tradizione amministrativa, si trova, dunque, a guidare un paese ancora in fase di costruzione con un ambiente politico e culturale stimolante. Oltre a questo, poi, favorisce lo sviluppo di istituzioni e infrastrutture fondamentali per l’unificazione.
Nonostante questo, però, la scelta di Torino è solo temporanea. L’11 dicembre 1865, infatti, la capitale viene trasferita a Firenze. La città del Rinascimento, con il suo patrimonio artistico e culturale, rappresenta un simbolo di unità nazionale e di rinascita. La città, però, non è in grado di ospitare tutte le istituzioni statali e presto si rivela inadeguata a svolgere il ruolo di capitale di un paese in rapida crescita.
Per questo, dopo la breccia di Porta Pia e la presa di Roma nel 1871, Roma diventa la capitale d’Italia. La città eterna, con la sua storia millenaria e il suo inestimabile patrimonio artistico, rappresentava il cuore pulsante della nazione. La scelta di Roma come capitale diventa un atto simbolico di grande importanza, che sancisce l’unità nazionale ricongiungendo l’Italia alla sua storia.