Il maestro giardiniere di Paul Schrader racconta la storia di un uomo e del suo percorso di redenzione attraverso la relazione con una giovane donna.
Narvel Roth, interpretato da Joel Edgerton, è un giardiniere segnato da un passato neonazista. La sua vita viene travolta dall’arrivo di Maya (Quintessa Swindell), una giovane ugualmente segnata da scelte di vita difficili, la quale lo spinge a confrontarsi con i fantasmi del suo passato.
Impiegato come giardiniere nella tenuta di Gracewood Gardens, Roth la cura con devozione quasi maniacale. E nel frattempo ha anche una relazione la sua datrice di lavoro Norma Haverhill (Sigourney Weaver). Lavorare in giardino, però, gli dà quella serenità a lungo cercata. Quando Norma, però, gli ordina di prendere sotto la sua guida Maya, la nipote che ha da poco perso i genitori, Narvel non ha idea della rivoluzione che l’incontro si innescherà. La ragazza sviluppa gradualmente un legame con l’uomo, visto di cattivo occhio da Norma che licenzia entrambi.
La confidenza tra i due cresce, tanto che Narvel rivela a Maya il suo passato come neonazista. Un passato letteralmente scritto sulla sua pelle, piena di tatuaggi che testimoniano le sue colpe. Maya, allora, colpita da questa rivelazione, lo spinge a considerare la possibilità di cancellare quei segni del passato, iniziando una nuova nuova vita. La ragazza, però, è vittima di violenza da parte del suo spacciatore. E Narvel si vede costretto a ricorrere nuovamente alla violenza per proteggerla. Dopo aver affrontato e punito i colpevoli, l’uomo ritorna a Gracewood Gardens con la compagna. Chiede a Norma la libertà di vivere insieme a Maya come marito e moglie. Nonostante il disprezzo della donna, la coppia sceglie di costruire un futuro insieme, danzando simbolicamente sulla veranda della loro casa nel giardino.
Piccola curiosità. Il titolo, Maestro Giardiniere, in originale Master Gardener, si riferisce a un percorso professionale patrocinato dalle università americane e canadesi, che fornisce una formazione intensiva a persone che poi utilizzano tale conoscenza in contesti lavorativi o di volontariato. Ma “padrone” (master) allude anche al contesto nazista. Essi, infatti, si definivano “razza superiore”, specialmente rispetto al popolo ebraico. Che estirpavano al pari delle erbacce.