Circa 3,8 miliardi di anni fa, un asteroide ha colpito la Luna a una velocità superiore ai 55.000 km/h, scavando il bacino d’impatto Schrödinger e generando due enormi valli. Queste formazioni geologiche, Vallis Schrödinger e Vallis Planck, si estendono per circa 270-280 km di lunghezza e raggiungono profondità superiori ai 3,5 km. La loro esistenza è stata confermata grazie alle immagini e ai dati altimetrici raccolti dal Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA, che ha permesso di ricostruire la dinamica dell’evento catastrofico.
Gli scienziati di un team britannico e americano hanno annunciato la scoperta poche ore fa in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications. Secondo i loro calcoli, il materiale espulso dall’impatto si è propagato con velocità di circa 3.600 km/h, scavando rapidamente le valli, paragonabili per dimensioni al Grand Canyon in Arizona, in meno di 10 minuti.
La potenza dell’impatto è stata colossale, stimata come 130 volte superiore all’intero arsenale nucleare terrestre. Questo rende le valli lunari un caso unico nel Sistema Solare, poiché sulla Terra un processo simile avrebbe richiesto milioni di anni di erosione idrica.
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La scoperta ha implicazioni importanti per le future esplorazioni lunari. La missione Artemis III, prevista per il 2027, atterrerà vicino al polo sud della Luna, un’area geologicamente cruciale. Gli astronauti raccoglieranno campioni di roccia che potrebbero fornire indizi sull’età del Bacino Polo Sud-Aitken, il più antico e grande cratere lunare. Determinare l’età di questo bacino aiuterà gli scienziati a stabilire quando la Luna e la Terra hanno subito gli ultimi grandi impatti asteroidali, un’informazione chiave per comprendere quando le condizioni sul nostro pianeta hanno permesso lo sviluppo della vita.
Gli esperti ritengono che i campioni prelevati dalle valli lunari potrebbero contenere materiale proveniente da profondità di circa 3 km, fornendo informazioni essenziali sulla storia primordiale della Luna e del Sistema Solare. Inoltre, la morfologia delle valli conferma che i detriti eiettati dall’impatto non hanno contaminato il sito di atterraggio degli astronauti, garantendo che i campioni raccolti rifletteranno la storia geologica più antica della Luna.
Le future missioni robotiche e umane potrebbero approfondire ulteriormente la storia di questi giganteschi impatti, gettando nuova luce sugli eventi che hanno plasmato la Luna e, indirettamente, la Terra.