Nelle ultime ore sono tante le reazioni internazionali al piano proposto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per gestire la situazione nella Striscia di Gaza. L’iniziativa prevede lo sfollamento della popolazione palestinese in paesi confinanti come Egitto e Giordania e l’eventuale controllo americano del territorio. Sebbene il premier israeliano Benjamin Netanyahu abbia definito l’idea “notevole e da perseguire”, l’Unione Europea e i paesi arabi hanno espresso forte opposizione, temendo una destabilizzazione dell’intera regione. La Casa Bianca, nel tentativo di ridurre le tensioni, ha dichiarato che il piano non prevede un intervento militare statunitense né finanziamenti diretti alla ricostruzione di Gaza, ma le polemiche restano accese.
Per Trump la proposta si presenta come una soluzione definitiva al conflitto israelo-palestinese. Come detto però i paesi coinvolti nella possibile accoglienza degli sfollati, in primis Egitto che Giordania, hanno rigettato l’idea, affermando che l’accoglienza di un numero così elevato di persone rappresenterebbe un rischio politico ed economico insostenibile. Inoltre, l’UE ha ribadito che qualsiasi soluzione per Gaza deve rispettare il principio della coesistenza tra due stati, condannando ogni ipotesi di trasferimento forzato come una violazione del diritto internazionale.

La Casa Bianca abbia cercato di contenere le reazioni negative, specificando che gli Stati Uniti non intendono inviare truppe né destinare fondi pubblici per la gestione della crisi, ma di avere solo intenzione di gestire le operazioni. Questo chiarimento, però, non ha placato le critiche: il piano è stato definito da molti osservatori un’operazione impraticabile, potenzialmente pericolosa per la stabilità dell’intero Medio Oriente e inumana. Con reazioni a catena dalle proporzioni inimmaginabili anche per l’Europa, considerando il rischio di crisi umanitarie e di nuove ondate migratorie.
Per il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, la necessità è solo una: trovare una soluzione politica al conflitto, senza ricorrere a misure estreme che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione. Anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha espresso forte preoccupazione, avvertendo che una tale iniziativa rischierebbe di compromettere definitivamente ogni prospettiva di pace tra Israele e Palestina.
Trump dal canto suo, continua imperterrito: “I palestinesi avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi. Gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizieranno lentamente e con attenzione la costruzione di quello che diventerà uno degli sviluppi più grandi e spettacolari del suo genere sulla Terra“, ha detto sulla sua piattaforma, Truth Social.