Nel 1922, il mondo assistette a una delle più grandi scoperte archeologiche della storia: la tomba del faraone Tutankhamon. Rimasta nascosta per oltre tre millenni nella Valle dei Re, la sua entrata fu finalmente riportata alla luce grazie alla determinazione dell’archeologo britannico Howard Carter. Tuttavia, una leggenda racconta che il primo a notare i gradini che conducevano alla sepoltura fu un giovane ragazzo egiziano di nome Hussein Abdel Rasoul, mentre scavava per posizionare delle anfore d’acqua. Indipendentemente da chi l’abbia individuata per primo, l’apertura della tomba di Tutankhamon cambiò per sempre la nostra comprensione dell’antico Egitto.
Nato intorno al 1341 a.C., Tutankhamon divenne faraone a soli nove anni, in un periodo di grandi cambiamenti religiosi causati da suo padre, Akhenaton. Quest’ultimo aveva imposto il culto monoteista del dio solare Aten, abolendo il tradizionale politeismo egizio. Tuttavia, una volta salito al trono, il giovane faraone ripristinò gli antichi culti, restaurando i templi e cambiando il proprio nome da Tutankhaten a Tutankhamon. Il suo regno fu breve: morì intorno ai 19 anni per cause ancora dibattute, tra cui un possibile incidente in carrozza, una malattia o un’infezione ossea. Senza eredi, il suo trono passò al consigliere Ay, e il suo ricordo venne presto cancellato dai successori.
A causa della sua morte prematura, la tomba di Tutankhamon risultò piuttosto modesta rispetto a quelle di altri faraoni, e la sua sepoltura avvenne in fretta, tanto che le decorazioni murarie non ebbero nemmeno il tempo di asciugarsi completamente prima della chiusura. Nei secoli successivi, il faraone cadde nell’oblio, e la sua tomba fu quasi dimenticata, tanto che secoli dopo si costruì sopra di essa il sepolcro di Ramesse VI. Proprio questo potrebbe aver contribuito alla sua conservazione: mentre la maggior parte delle tombe reali venne saccheggiata nell’antichità, quella di Tutankhamon rimase incredibilmente intatta.

Nel 1917, Carter iniziò le ricerche finanziate da Lord Carnarvon, scavando nella sabbia della Valle dei Re. Dopo anni di scavi senza risultati, il finanziatore stava per interrompere il progetto, ma Carter chiese più tempo. Finalmente, il 4 novembre 1922, la sua squadra scoprì un gradino scolpito nella roccia: la scalinata che portava alla sepoltura di Tutankhamon. Quando, il 26 novembre, Carter fece un foro nella porta sigillata e avvicinò una candela, vide oggetti dorati brillare alla luce tremolante. Alla domanda di Carnarvon su cosa vedesse, Carter rispose con la celebre frase: “Cose meravigliose“.
L’esplorazione della tomba si rivelò un’impresa lunga e meticolosa. La prima stanza, l’anticamera, conteneva oltre 600 oggetti tra letti dorati, statue, carri e mobili. Sebbene in passato dei ladri fossero penetrati nella tomba, il suo contenuto era rimasto quasi intatto. Proseguendo nelle esplorazioni, il 16 febbraio 2023, Carter trovò il sarcofago del faraone, composto da tre bare dorate incastonate l’una dentro l’altra. All’interno dell’ultima, di puro oro massiccio, riposava la mummia di Tutankhamon, con il celebre e iconico mascherone funerario.
La camera funeraria non era l’unica stanza della tomba. La stanza del tesoro custodiva un piccolo scrigno con gli organi mummificati del faraone, vegliato da una statua del dio Anubi. Infine, la stanza annessa conteneva oltre 2.000 oggetti, tra cui armi, abiti, giochi e suppellettili necessari alla vita nell’aldilà, secondo le credenze egizie. Nel complesso, la tomba di Tutankhamon racchiudeva più di 5.000 manufatti, e Carter impiegò quasi dieci anni per catalogarli ed estrarli con cura.
La scoperta suscitò enorme interesse in tutto il mondo, ma ben presto nacque anche la leggenda della “maledizione del faraone”. Pochi mesi dopo l’apertura della tomba, Lord Carnarvon morì per un’infezione causata dalla puntura di una zanzara, e alcuni altri membri della spedizione subirono incidenti o decessi prematuri. Questo alimentò l’idea che la tomba fosse protetta da un’antica maledizione, una teoria suggestiva ma mai dimostrata. Lo stesso Carter, infatti, visse fino al 1939, smentendo la credenza popolare.