In queste ore difficili per la Santa Sede, caratterizzate dal ricovero del Papa per una bronchite prima, diventata poi una grave polmonite bilaterale, sono tante le notizie che circolano, molte delle quali legate a un possibile decesso del pontefice. Detto che al momento le sue condizioni sono stabili, se non in lieve miglioramento, c’è una credenza secondo cui il Santo Padre non possa morire in ospedale. Anzi, lo spostamento in Vaticano sarebbe proprio il primo indizio di morte vicina. In realtà, non esiste alcuna norma ufficiale, ma si parla piuttosto di una tradizione. Nella storia moderna, infatti, i Papi hanno sempre trascorso i loro ultimi momenti all’interno delle mura apostoliche. Questa prassi risponde più a motivi simbolici e logistici che a regole scritte.
Quando un Papa si ammala gravemente, le cure mediche vengono garantite all’interno del Vaticano, nel Palazzo Apostolico o presso la struttura sanitaria vaticana più vicina. Tuttavia, in caso di necessità, il Pontefice può essere ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma, spesso definito “Vaticano III” per via della frequenza con cui è stato utilizzato dai Papi per trattamenti medici, non ultimo il caso di Bergoglio.

Il cerimoniale della morte di un Papa è molto dettagliato e segue un protocollo consolidato. Il Camerlengo di Santa Romana Chiesa è l’autorità incaricata di certificare il decesso, tradizionalmente pronunciando per tre volte il nome di battesimo del Pontefice e verificando l’assenza di segni vitali.
Successivamente, ha luogo il periodo di lutto ufficiale, di nove giorni, e vengono organizzate le esequie solenni nella Basilica di San Pietro, seguite dalla sepoltura nelle Grotte Vaticane o in un’altra destinazione stabilita dal Papa stesso, in questo caso la basilica di Santa Maria Maggiore. Secondo quanto dichiarato da Francesco alla giornalista messicana Valentina Alazaraki, però, il rito funebre sarà semplificato.