Andrea Sempio è il nuovo indagato nelle indagini relative all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. All’epoca dei fatti, Sempio, amico stretto di Marco Poggi, fratello della vittima, aveva 19 anni e frequentava abitualmente la loro abitazione. Ora ha 37 anni, vive a Voghera e lavora in un negozio di telefonia in un centro commerciale. Ha chiesto dei giorni di ferie per potersi difendere. La procura di Pavia lo indaga per omicidio in concorso con Alberto Stasi, fidanzato di Chiara e condannato in via definitiva per l’omicidio, o con altri ignoti. Sempio, che la scorsa settimana si era rifiutato di sottoporsi al test del DNA, come richiesto dai magistrati, si trova ora obbligato a farlo. Ci sono da valutare, infatti, delle tracce biologiche ritrovate sotto le unghie della vittima. E ritenute inutilizzabili da una prima indagine del 2016-2017, richiesta dai legali di Stasi, poi archiviata. Il materiale, infatti, fu estratto da una bottiglietta d’acqua, una tazzina da caffè e un cucchiaino sottratti da un bar da un investigatore privato. E per questo non ammesso dal giudice per le indagini preliminari.
Sempio, secondo quanto raccontato a Quarto Grado in occasione della prima indagine, disse di essere rimasto in ottimi rapporti con Marco Poggi, fratello di Chiara:
“Mi è stato vicinissimo, sia lui che la sua famiglia. Ci vediamo ancora, usciamo insieme regolarmente. Cerchiamo di scherzare su questa vicenda: siamo passati da “conosci quella ragazza?” a “conosci quel giornalista?”. Lui mi è stato vicino, mi ha dato forza“.
Sempre in quella circostanza aveva raccontato di non aver mai incontrato Alberto Stasi, nonostante entrambi frequentassero la villetta di via Pascoli della famiglia Poggi. Secondo le ultime ipotesi, Sempio si sarebbe invaghito di Chiara. Ipotesi da lui respinta:
“Non la conoscevo, l’ho incrociata qualche volta in casa. Me la ricordo come una ragazza bella, avvenente”. E ancora: “Con lei avevo un rapporto puramente di cortesia: ci incontravamo in casa, ci salutavamo e fine“.
Durante le indagini del 2016, furono esaminati alibi e tabulati telefonici di Sempio che aveva dichiarato di trovarsi a Vigevano, presso la libreria Feltrinelli di piazza Ducale, il giorno dell’omicidio, presentando come prova lo scontrino di un parcheggio.
Al vaglio degli inquirenti anche alcune chiamate effettuate dal suo cellulare verso la famiglia Poggi, pochi giorni prima del delitto. E l’impronta di una scarpa maschile, 42-42,5, che coincideva con quelle lasciate nel sangue dall’assassino, anche se Sempio ha dichiarato di portare il 44. Come detto, l’indagine fu archiviata e Sempio presentò una querela per calunnia nei confronti dei legali di Stasi.
Ora, tutto si riapre. “Andrea Sempio è allibito e sconvolto“, dice il suo avvocato Massimo Lovati.