Il letargo è un adattamento biologico straordinario che consente a numerose specie di sopravvivere ai rigori dell’inverno o a periodi di scarsità di cibo. Si tratta di un fenomeno complesso che coinvolge cambiamenti fisiologici profondi, tra cui la riduzione della temperatura corporea, il rallentamento del metabolismo e una drastica diminuzione dell’attività fisica.
Quali animali vanno in letargo? Il letargo non è una prerogativa esclusiva dei mammiferi. Tra le specie che adottano questa strategia vi sono:
- Mammiferi: orsi bruni, ricci, pipistrelli, scoiattoli, marmotte e ghiri sono tra i più noti esempi.
- Rettili: serpenti e tartarughe terrestri riducono le loro funzioni vitali e si rifugiano in luoghi riparati.
- Anfibi: rane e salamandre si seppelliscono nel fango per resistere al freddo.
- Pesci: alcune specie di pesci d’acqua dolce rallentano il loro metabolismo e rimangono immobili in acque profonde.
- Insetti: coccinelle, api e alcune farfalle entrano in una fase di diapausa simile al letargo.
Perché gli animali vanno in letargo? Il letargo è una risposta evolutiva a condizioni ambientali avverse, in particolare al freddo e alla scarsità di risorse alimentari. Le principali ragioni per cui un animale entra in letargo sono la sopravvivenza energetica (il metabolismo rallenta per ridurre il consumo di energia). E l’autoconservazione. In questo caso, la temperatura corporea diminuisce, consentendo di sopravvivere con minime risorse. Il letargo è anche una risposta di adattamento climatico. Molte specie che vivono in regioni fredde si sono evolute per sopportare inverni rigidi senza dover cercare cibo attivamente.

Durante il letargo, gli animali subiscono cambiamenti fisiologici significativi:
- Diminuzione della temperatura corporea: alcuni mammiferi riducono la loro temperatura di decine di gradi, mentre altri, come gli orsi, mantengono una temperatura relativamente più alta per poter reagire a eventuali pericoli.
- Rallentamento del battito cardiaco e della respirazione (il cuore di una marmotta, ad esempio, può passare da 100 battiti al minuto a meno di 10).
- Consumo delle riserve di grasso. Gli animali accumulano riserve di grasso nei mesi precedenti per sopravvivere senza nutrirsi.
- Riduzione dell’attività cerebrale: le funzioni cognitive rallentano, sebbene alcuni animali possano svegliarsi temporaneamente durante il letargo.
Il processo di risveglio non è sempre immediato. Alcuni animali impiegano giorni o settimane per tornare completamente attivi, alternando momenti di torpore a fasi di veglia per riattivare gradualmente le funzioni corporee. Molti animali escono dal letargo con l’arrivo della primavera, quando le temperature iniziano a salire e l’ambiente diventa più favorevole alla ricerca di cibo.
Talvolta il risveglio avviene quando le risorse alimentari tornano accessibili. Ad esempio, gli orsi si svegliano quando trovano bacche, pesci o altri alimenti di cui si nutrono.
Durante il letargo, il corpo rilascia meno ormoni legati all’attività metabolica. Con l’avvicinarsi della fine dell’inverno, gli ormoni (come il cortisolo) aumentano gradualmente, stimolando il risveglio.
Anche se il metabolismo è rallentato, il corpo accumula sostanze di scarto. Quando raggiungono un certo livello, l’animale si risveglia per eliminarle.
Alcuni animali, poi, come i ricci e i pipistrelli, sono sensibili alla durata della luce solare, che segnala loro il momento giusto per tornare attivi.
Per alcune specie, infine, il risveglio coincide con la stagione riproduttiva. Ad esempio, molte rane e rospi emergono dal letargo per accoppiarsi e deporre le uova.