Da emblema dell’animale più brutto del mondo a icona della biodiversità marina: il pesce blob si prende la sua rivincita. Questo curioso abitante delle profondità oceaniche è stato eletto “Pesce dell’Anno” in Nuova Zelanda, conquistando il titolo con quasi 1.300 voti su un totale di 5.583. Un risultato sorprendente per una creatura spesso derisa per il suo aspetto gelatinoso e deforme. L’iniziativa, promossa dalla Mountains to Sea Conservation Trust, mira a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della conservazione delle specie marine, molte delle quali, incluso il blobfish, sono a rischio a causa delle attività umane.
Il pesce blob (Psychrolutes marcidus) è una creatura gelatinosa che abita i fondali dell’Oceano Pacifico sudoccidentale, tra i 600 e i 1.200 metri di profondità, principalmente al largo delle coste dell’Australia e della Tasmania. A tali profondità, l’enorme pressione dell’acqua mantiene la sua forma relativamente normale. Tuttavia, una volta portato in superficie, la drastica riduzione della pressione provoca il collasso della sua struttura corporea, conferendogli l’aspetto molle e “sciolto” che ha reso l’animale famoso.

La sua improvvisa popolarità ha avuto origine nel 2013, quando venne dichiarato “animale più brutto del mondo” dall’Ugly Animal Preservation Society. Da allora, è diventato un simbolo della lotta per la tutela delle specie meno carismatiche, ma non per questo meno importanti per l’ecosistema marino. La competizione “Pesce dell’Anno” neozelandese, pensata per far conoscere le specie ittiche locali, ha dato al blobfish un’opportunità di riscatto, permettendogli di battere in finale l’arancio ruvido, un altro pesce delle profondità marine.
Il risultato del concorso è stato fortemente influenzato da una campagna condotta da More FM, una nota stazione radio neozelandese. I conduttori hanno lanciato un appello agli ascoltatori, sottolineando come il pesce blob fosse stato “bullizzato per tutta la vita” a causa del suo aspetto. Il supporto mediatico ha contribuito alla vittoria del blobfish, che ha superato il rivale per circa 300 voti.
Oltre alla sua inusuale estetica, il pesce blob è interessante dal punto di vista biologico. Privo di uno scheletro rigido e di una muscolatura sviluppata, si affida alla sua struttura gelatinosa per galleggiare sul fondale, spostandosi con lentezza e nutrendosi di molluschi, crostacei e ricci di mare. Tuttavia, la sua sopravvivenza è minacciata dalla pesca a strascico, che danneggia gli ecosistemi delle profondità oceaniche e ne riduce la popolazione.
L’elezione del pesce blob come “Pesce dell’Anno” rappresenta un passo importante nella sensibilizzazione verso la biodiversità marina e la necessità di proteggere le specie meno conosciute. L’evento si inserisce in una serie di iniziative simili, come il “Uccello dell’Anno” neozelandese, e dimostra come anche le creature più bizzarre possano trovare un posto nel cuore delle persone quando se ne comprende il valore ecologico.