Prima dell’introduzione dell’anestesia moderna, la chirurgia era un’esperienza dolorosa e rischiosa sia per il paziente che per il chirurgo. Le operazioni venivano eseguite senza alcun metodo efficace per eliminare il dolore, rendendo la velocità d’esecuzione un fattore cruciale per la sopravvivenza del paziente. Per ridurre la sofferenza, venivano adottati vari metodi, seppur rudimentali e spesso inefficaci. Tra i principali:
- Alcol e oppiacei: bevande alcoliche, laudano e preparati a base di oppio erano utilizzati per sedare i pazienti, ma offrivano solo un sollievo parziale.
- Compressione dei nervi o strangolamento: in alcuni casi, si tentava di ridurre la sensibilità al dolore comprimendo i nervi o inducendo uno stato di svenimento mediante strangolamento controllato.
- Ipnosi e tecniche suggestive: alcuni medici sperimentavano metodi di ipnosi o pratiche di suggestione per cercare di alleviare la sofferenza.
- Erbe medicinali: piante come la mandragora, la belladonna e il giusquiamo venivano usate per i loro effetti sedativi, ma il dosaggio impreciso spesso causava avvelenamenti letali.

Poiché non esisteva un metodo efficace per eliminare il dolore, la rapidità d’esecuzione era fondamentale. I chirurghi più esperti potevano amputare un arto in meno di un minuto, cercando di ridurre al minimo la sofferenza. Tuttavia, l’assenza di condizioni igieniche adeguate portava a un alto rischio di infezioni, spesso fatali.
Il primo utilizzo documentato dell’anestesia con etere avvenne il 16 ottobre 1846, quando il dentista statunitense William T.G. Morton dimostrò pubblicamente il suo effetto durante un intervento chirurgico al Massachusetts General Hospital di Boston. Questo evento segnò una svolta nella storia della medicina, aprendo la strada a operazioni più complesse e sicure.
Ma la vera svolta ci fu qualche anno prima, il 30 marzo 1842, quando il dottor Crawford Williamson Long utilizzò l’etere come anestetico durante un intervento chirurgico, per rimuovere un tumore dal collo di un paziente. Il quale, felice di non aver avvertito dolore durante l’operazione, pagò due dollari per l’intervento. Tuttavia, Williamson Long rese note le sue scoperte solo nel 1849, dopo l’exploit di Morton.
L’introduzione dell’anestesia rese possibile una chirurgia più precisa e meno traumatica, permettendo ai chirurghi di concentrarsi sulla qualità dell’intervento piuttosto che sulla velocità. Con il tempo, oltre all’etere, vennero sperimentati altri anestetici come il cloroformio e il protossido d’azoto, migliorando ulteriormente l’efficacia delle operazioni.