Liliana Segre è una sopravvissuta italiana alla Shoah e testimone della deportazione ad Auschwitz. Senatrice a vita dal 2018, è stata nominata per “avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”. Liliana Segre nasce a Milano il 10 settembre 1930 in una famiglia di origini ebraiche. A otto anni viene espulsa da scuola a causa delle leggi razziali fasciste del 1938, un’esperienza che segna profondamente la sua infanzia.
Nel 1943, dopo l’occupazione nazista dell’Italia, Segre tenta con il padre di fuggire in Svizzera. Viene però arrestata al confine e, il 30 gennaio 1944, deportata ad Auschwitz-Birkenau. Ha tredici anni. Dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano parte il convoglio che la porterà al campo di sterminio. Dei 776 bambini italiani deportati nei lager nazisti, solo 25 sopravvivranno. Liliana Segre è una di loro. Suo padre Alberto muore ad Auschwitz pochi mesi dopo la deportazione.
Liberata nel maggio 1945, Segre torna in Italia orfana e profondamente segnata. Per decenni sceglie il silenzio, come molte vittime della Shoah, incapace di trovare parole per l’orrore vissuto. Solo dagli anni ’90 decide di raccontare la propria esperienza, incontrando migliaia di studenti in scuole e università italiane. Il suo impegno educativo diventa uno strumento fondamentale contro il negazionismo.

Il 19 gennaio 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la nomina senatrice a vita “per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”. È la prima sopravvissuta ad Auschwitz a ricevere questo incarico in Italia. Nel corso del mandato, Liliana Segre si distingue per la sua attività contro l’odio, il razzismo e l’indifferenza, promuovendo in particolare la creazione di una Commissione parlamentare contro l’odio e l’intolleranza.
A causa delle minacce ricevute, le viene assegnata la scorta nel novembre 2019. Tra le persone più critiche nei confronti di Segre, c’è Gabriele Rubini, chef Rubio, che in più di un’occasione le ha contestato l’insensibilità sulla terribile situazione di Gaza. E in particolare, il fatto che Segre non lo consideri “genocidio”. Segre, per questo, lo ha denunciato per istigazione all’odio razziale.
Un elemento particolarmente significativo legato a Liliana Segre è il simbolo della farfalla gialla. Il riferimento nasce dalla poesia “La farfalla” di Pavel Friedman, un giovane poeta ceco deportato e ucciso ad Auschwitz. La poesia, ritrovata dopo la guerra, descrive il volo di una farfalla nel ghetto di Terezín, diventata metafora della libertà negata e della speranza. Liliana Segre ha spesso richiamato questo simbolo, che rappresenta per lei i bambini vittime della Shoah e il diritto alla memoria. La farfalla gialla è oggi utilizzata anche nelle scuole italiane nei percorsi di educazione alla memoria.
Oggi il Binario 21 ospita il Memoriale della Shoah di Milano, inaugurato ufficialmente nel 2013. Il memoriale conserva i resti dei binari, le banchine originali e documenti della deportazione, costituendo uno dei più importanti luoghi di memoria italiani. Per Segre, il Binario 21 è il simbolo del passaggio “dall’infanzia alla tragedia”, come ha dichiarato in numerose interviste.