Claretta Petacci è una figura controversa e tragica della storia italiana, conosciuta principalmente per essere stata l’amante di Benito Mussolini. La sua vita, segnata dalla passione, dalla fedeltà e da un destino crudele, si intreccia profondamente con gli ultimi anni del regime fascista e con il drammatico epilogo del Duce. Ma chi era veramente questa donna, al di là della retorica politica e delle narrazioni ideologiche?
Clara Petacci, detta Claretta, nasce a Roma il 28 febbraio 1912 in una famiglia benestante. Suo padre, Francesco Saverio Petacci, è il medico personale di Papa Pio XI, mentre la madre proviene da un ambiente colto e religioso. Claretta, dunque, cresce in un contesto privilegiato, ricevendo un’educazione accurata e sviluppando presto una personalità romantica e idealista. Fin da giovane è affascinata dalla figura di Benito Mussolini. A soli 20 anni, infatti, scrive sul suo diario di volerlo conoscere. Un sogno che si avvera nel 1932, quando lo incontra casualmente lungo la via del Mare. Da quel momento inizia una relazione intensa e segreta, destinata a durare fino alla sua tragica morte.

Nonostante Mussolini sia sposato con Rachele Guidi, dunque, e la quantità innumerevoli di amanti, Claretta diventa la sua compagna più assidua. Vive in una sorta di dorata prigionia, sorvegliata dai servizi segreti e protetta da ogni scandalo pubblico. La loro relazione è alimentata da lettere, telefonate, incontri clandestini e un legame emotivo profondo. Pur non avendo mai un ruolo politico diretto, inoltre, è a conoscenza di molti segreti e spesso cerca di influenzare il Duce, soprattutto negli anni più difficili della guerra. In sostanza, per amore rinuncia a una vita autonoma. E nonostante l’opinione pubblica e le pressioni familiari, decide di rimanere sempre vicina a Mussolini, anche quando il regime fascista comincia a crollare.
L’epilogo drammatico della sua vicenda personale inizia nell’aprile del 1945. L’Italia è ormai in mano agli Alleati e ai partigiani e Mussolini cerca di fuggire verso la Svizzera travestito da soldato tedesco. Claretta lo segue, pur essendo consapevole dei rischi. Il 27 aprile, infatti, la coppia viene catturata dai partigiani a Dongo, sul lago di Como. Il giorno seguente, entrambi sono fucilati. Una fine che culmina con l’esposizione dei corpi di Mussolini e Claretta in Piazzale Loreto il 29 aprile 1945. Insieme ad altri gerarchi fascisti sono appesi per i piedi rimandando una delle immagini più sconvolgenti e potenti del Novecento, capace di sancire simbolicamente la fine del fascismo. La presenza di Claretta in quel macabro spettacolo, però, ha lasciato un segno profondo nell’immaginario collettivo, portando ad interrogarsi, ancora oggi, sull’effettiva necessità del gesto nei suoi confronti.