Quando un Papa sceglie il suo nome c’è sempre un motivo profondo. Come abbiamo spiegato qui, la scelta che porta al nome può essere dettata da un omaggio a una figura importante della Chiesa (come ha fatto Bergoglio chiamandosi Francesco) o come segno di continuità con un precedente pontificato. Questo potrebbe essere il caso del neo Papa Leone XIV, Robert Francis Prevost, che continua nel solco di Leone XIII, un pontefice a suo modo storico. Ma chi era?
Il 20 febbraio 1878, Vincenzo Gioacchino Pecci, nato a Carpineto Romano nel 1810, fu eletto Papa con il nome di Leone XIII. Il suo pontificato, durato fino al 1903, segnò una svolta significativa nella storia della Chiesa cattolica, affrontando le sfide della modernità e ponendo le basi della dottrina sociale della Chiesa.

Leone XIII è noto per aver cercato un equilibrio tra la tradizione ecclesiastica e le esigenze del mondo moderno. Fu il primo Papa a non esercitare il potere temporale, a seguito della perdita degli Stati Pontifici, e si concentrò su una riforma spirituale e sociale della Chiesa. La sua enciclica più celebre, Rerum Novarum (1891), affrontò la “questione sociale”, difendendo i diritti dei lavoratori e promuovendo la giustizia sociale, pur condannando il socialismo e la lotta di classe.
Egli autorizzò anche l’uso del metodo storico-critico nello studio delle Sacre Scritture, aprendo la strada a una comprensione più profonda dei testi sacri in dialogo con le scienze moderne. Inoltre, cercò di promuovere una riconciliazione tra la Chiesa e la Terza Repubblica francese, incoraggiando i cattolici a partecipare attivamente alla vita politica pur mantenendo la fedeltà ai principi religiosi.
Dunque, sebbene Leone XIII si opponesse a certe tendenze del modernismo teologico, il suo pontificato fu caratterizzato da un tentativo di seguire un’onda progressista. Non a caso, fu il primo Pontefice a essere ripreso in un filmato nel 1896, quindi pioniere della comunicazione.
Curiosità: era un estimatore del Vin Mariani, una bevanda tonica a base di vino e foglie di coca, molto popolare nella seconda metà dell’Ottocento. Ideato nel 1863 dal chimico corso Angelo Mariani, il vin Mariani era un’infusione di foglie di coca peruviane nel vino Bordeaux, con l’aggiunta di brandy e zucchero. L’alcol fungeva da solvente, estraendo la cocaina dalle foglie. La bevanda conteneva circa 6,5 mg di cocaina per oncia, una quantità significativa per l’epoca. Non solo Papa Leone XIII lo consumava, ma ne divenne anche un promotore. Concesse a Mariani una medaglia d’oro vaticana in segno di apprezzamento e apparve in una pubblicità del prodotto, un fatto straordinario per un pontefice.