La differenza di statura tra uomini e donne è un fenomeno osservabile in quasi tutte le popolazioni umane. In media, gli uomini superano le donne di circa 12-15 centimetri. Sebbene fattori ambientali e culturali abbiano un ruolo, recenti studi genetici offrono nuove spiegazioni su questa disparità. La ricerca scientifica ha iniziato a svelare come specifici meccanismi genetici e ormonali contribuiscano a determinare le differenze di altezza tra i sessi.
L’altezza è un tratto poligenico, influenzato da centinaia di varianti genetiche. Sebbene maschi e femmine ereditino queste varianti da entrambi i genitori, il modo in cui i geni vengono espressi può variare in base al sesso. Uno studio recente ha analizzato il DNA di oltre 450.000 persone e ha scoperto che molte delle varianti genetiche che influenzano l’altezza si comportano in modo diverso tra uomini e donne.
In particolare, sono stati identificati over 200 tratti genetici che presentano un effetto sessualmente dimorfico, ovvero influenzano l’altezza in maniera diversa a seconda del sesso biologico. Alcune varianti, ad esempio, favoriscono una crescita ossea più marcata nei maschi rispetto alle femmine, contribuendo così alla differenza media di statura osservata tra i due sessi.

Oltre alla genetica, entrano in gioco anche fattori endocrini. Gli ormoni della crescita e il testosterone hanno un effetto rilevante sulla lunghezza delle ossa. Durante la pubertà, i ragazzi tendono ad avere un picco di crescita più tardivo ma più intenso rispetto alle ragazze, il che porta spesso a un allungamento maggiore degli arti inferiori e del tronco. Questo è uno dei motivi per cui l’altezza media maschile continua ad aumentare anche dopo che quella femminile si è stabilizzata.
L’identificazione di geni legati alla crescita può aiutare nella diagnosi precoce di disturbi dell’accrescimento e offrire indicazioni per trattamenti personalizzati. Inoltre, le differenze genetiche tra uomini e donne in relazione alla crescita ossea potrebbero avere implicazioni nello studio dell’osteoporosi, che colpisce in modo sproporzionato le donne dopo la menopausa.
Ora, insomma, si comincia a delineare con maggiore precisione il ruolo dei geni nella crescita corporea e nella definizione delle caratteristiche sessuali secondarie. La scoperta di varianti genetiche con effetto sessualmente differenziato conferma che il DNA non si limita a determinare quanto si cresce, ma anche come si cresce a seconda del sesso biologico.