Bonnie Parker e Clyde Barrow sono diventati celebri negli anni Trenta come simboli di una criminalità romantica e ribelle. La loro vicenda, nata nell’alveo della Grande Depressione, è stata oggetto di numerose riletture culturali, spesso romanzate. La realtà storica, tuttavia, è ben più complessa.
Nati rispettivamente nel 1910 e nel 1909 in Texas, Bonnie e Clyde provenivano da famiglie povere e furono segnati fin dall’infanzia dalla precarietà economica. Si conobbero nel 1930 a Dallas, quando Clyde era già coinvolto in piccoli reati. Dopo l’arresto e la successiva evasione dal carcere, i due iniziarono una lunga serie di rapine a banche, negozi e stazioni di servizio, dando vita alla cosiddetta “Barrow Gang”, un gruppo criminale attivo principalmente negli stati del Sud e del Midwest americano.

Tra il 1932 e il 1934, la banda fu ritenuta responsabile di almeno 13 omicidi, tra cui quelli di diversi agenti di polizia, e di decine di rapine. A dispetto della violenza delle loro azioni, la stampa dell’epoca contribuì a creare intorno a loro un’aura romantica. Alcuni giornali li descrivevano come “fuorilegge innamorati” in fuga da un sistema oppressivo, alimentando l’interesse pubblico. La loro immagine fu ulteriormente amplificata dalla pubblicazione di poesie e fotografie trovate dalla polizia dopo una fuga rocambolesca nel 1933.
La parabola criminale di Bonnie e Clyde si concluse il 23 maggio 1934 a Bienville Parish, in Louisiana. Un’imboscata organizzata da una task force guidata dal Texas Ranger Frank Hamer pose fine alla loro vita. I due furono crivellati da oltre 100 colpi d’arma da fuoco mentre viaggiavano a bordo della loro auto. La brutalità dell’operazione fu motivata dall’elevata pericolosità dei due ricercati.
La sequenza è una delle più intense di Gangster Stories, cult movie di Arthur Penn del 1967, con Warren Beatty e Faye Dunaway.