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Home » Innovazione » Scienza » Chi era John Nash, il genio matematico che ha ispirato “A beautiful mind”

Chi era John Nash, il genio matematico che ha ispirato “A beautiful mind”

CI lasciava esattamente 10 anni fa John Nash, geniale matematico americano vincitore del Premio Nobel per l'Economia nel 1994.
Gabriella DabbeneDi Gabriella Dabbene23 Maggio 2025
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L'illustre matematico John Nash
L'illustre matematico John Nash (fonte: Scientific American)
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Era il 23 maggio 2015 quando il matematico statunitense John Nash, appena tornato in America dopo aver ricevuto il prestigioso Abel Prize, fu coinvolto in un incidente d’auto e morì insieme alla moglie Alicia. A 10 anni esatti dalla sua morte ricordiamo uno scienziato geniale e tormentato, in grado di rivoluzionare la matematica, vincere un Premio Nobel e ispirare il film A Beautiful Mind, vincitore di 4 Oscar.

Nato il 13 giugno 1928 a Bluefield, in Virginia Occidentale, John Forbes Nash Jr. cresce in una famiglia che respira scienza e cultura. Il piccolo Johnny, come lo chiamano in casa, preferisce i numeri alle partite di baseball e i problemi matematici alle chiacchiere con i coetanei; eppure a scuola i suoi talenti passano inosservati. Quando ha 14 anni il libro I grandi matematici di Eric Temple Bell diventa la sua ossessione, spingendolo a dimostrare da solo il teorema di Fermat sui numeri primi.

A 17 anni Nash vince una borsa di studio e approda al Carnegie Mellon, dove il suo talento esplode: i professori restano a bocca aperta di fronte alla sua capacità di affrontare problemi complessi con soluzioni eleganti, quasi magiche. Nel 1948 si laurea e approda a Princeton, dove si interessa alla teoria dei giochi, un campo allora poco esplorato. Nel 1949 sviluppa il concetto di equilibrio di Nash, una chiave per capire come le persone prendono decisioni in situazioni competitive. Questo lavoro gli varrà il Nobel per l’economia nel 1994, 45 anni dopo.

Russell Crowe nei panni di John Nash in una scena di "A Beautiful Mind"
Russell Crowe nei panni di John Nash in una scena di “A Beautiful Mind” (fonte: DreamWorks Pictures)

Nel 1959 la sua mente inizia a tradirlo: un giorno si presenta nell’aula dell’MIT, in cui insegna, con un giornale in mano, convinto che un articolo nasconda un messaggio cifrato da un’altra galassia. È il primo segnale di schizofrenia paranoide. Ad allucinazioni e deliri seguono anni di ricoveri, terapie pesanti e persino shock insulinici. La sua carriera sembra finita, e il matrimonio con Alicia Larde, una brillante studentessa, si sgretola con un divorzio nel 1962.

Eppure Nash non si arrende, e negli anni ’70 la sua salute migliora. Con il sostegno di Alicia, che torna al suo fianco e lo risposa nel 2001, e dimostrando una enorme forza di volontà, impara a gestire i sintomi; non si affida più ai farmaci ma alla sua mente, quella stessa che lo aveva tradito. Negli anni ’90 la schizofrenia regredisce, e Nash rinasce: torna a insegnare, a collaborare, a essere il genio di un tempo. Nel 2015, poco prima della sua morte, riceve il prestigioso premio Abel per i suoi contributi alle equazioni differenziali.

La storia di Nash diventa leggenda grazie al film A Beautiful Mind (2001), diretto da Ron Howard e interpretato da Russell Crowe. Tratto dal libro Il genio dei numeri di Sylvia Nasar, il film racconta il suo genio, la sua malattia e la sua rinascita. Pur non essendo del tutto fedele a quanto realmente accaduto – e omettendo dettagli scomodi, come il figlio avuto da una relazione precedente o il suo arresto negli anni ’50 – il film ottiene 8 nomination agli Oscar vincendone 4, tra cui Miglior Film.

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