Lo scorso inverno ne abbiamo parlato in un lungo e largo relativamente a una possibile (futura) collisione con la Terra. Poi, quando il pericolo è stato scampato, l’interesse sull’asteroide YR4 si è affievolito. Anche se, a essere minacciata, era la Luna. Adesso, però, torna al centro dell’attenzione. Grazie a nuove osservazioni, si è giunti alla conclusione che la minaccia al nostro satellite è sempre più corposa. Di più, l’eventualità di un impatto, anche se non certa, è aumentata in modo significativo. Con una data da segnare in calendario: il 22 dicembre 2032.
Scoperto il 27 dicembre 2024 in Cile, grazie al telescopio ATLAS, 2024 YR4 ha inizialmente fatto temere il peggio: le prime stime suggerivano una probabilità del 3,1% di colpire la Terra, un dato insolito per un oggetto celeste potenzialmente così distruttivo. L’asteroide, infatti, ha dimensioni simili a quelle del corpo celeste che causò l’evento di Tunguska nel 1908, abbattendo milioni di alberi in Siberia.

Fortunatamente, osservazioni successive condotte da terra hanno permesso agli scienziati di escludere il rischio per il nostro pianeta, facendo scendere quella percentuale praticamente a zero. Tuttavia, l’interesse scientifico è rimasto alto, perché la Luna non è del tutto fuori pericolo. Già a febbraio 2025, il rischio che l’asteroide potesse colpirla era salito al 3,8%, e da maggio – grazie ai dati del James Webb Space Telescope (JWST) – la probabilità è aumentata ancora, raggiungendo il 4,3%.
Questa nuova stima arriva dal lavoro guidato da Andy Rivkin del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory, che ha utilizzato lo strumento Near-Infrared Camera del JWST per analizzare con più precisione l’orbita dell’asteroide. Secondo gli esperti del NASA Center for Near-Earth Object Studies, anche nel caso in cui 2024 YR4 colpisse davvero la Luna, non ne modificherebbe l’orbita. Il nostro satellite, infatti, è già segnato da innumerevoli crateri lasciati da impatti avvenuti nel corso di miliardi di anni.
L’asteroide non sarà osservabile da Terra fino al dicembre 2028, quando tornerà in prossimità del nostro pianeta nel suo percorso orbitale quadriennale. Sarà quella l’occasione per raccogliere nuovi dati e fare previsioni più precise.