Viaggiare può influire positivamente sulla salute mentale? Studi scientifici e testimonianze personali suggeriscono che l’esposizione a nuove culture e ambienti possa favorire il benessere psicologico. Un esempio emblematico è la storia di Cameron Mofid, un giovane californiano che ha trovato nel viaggio un alleato per gestire il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), una condizione caratterizzata da pensieri intrusivi e comportamenti ripetitivi.
Mofid, originario di San Diego, ha affrontato il DOC fin dall’infanzia, con pensieri ossessivi che lo portavano a rimuginare su conversazioni o a cercare certezze assolute. Tuttavia, ha scoperto che viaggiare gli offriva una sensazione di libertà, permettendogli di affrontare l’incertezza. “Il DOC si nutre del controllo: dell’ambiente, delle routine, dei risultati“, ha spiegato Mofid in un’intervista a CNN Travel. “Navigare in contesti caotici, come attraversare frontiere o adattarsi a paesi dove non parlo la lingua, mi ha costretto a lasciar andare il controllo. È scomodo, ma liberatorio“.
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Nel 2025, Mofid ha completato un’impresa straordinaria: visitare tutti i 195 paesi riconosciuti dall’ONU, diventando una delle poche persone al mondo a raggiungere questo traguardo. Partito con l’obiettivo di battere il record come il più giovane a riuscirci, ha intrapreso il viaggio durante un momento di crisi personale, aggravato dalla pandemia di Covid-19. “Ero in un periodo in cui l’ansia e il DOC erano fuori controllo“, ha raccontato. La scoperta che meno persone avevano visitato ogni paese rispetto a quante fossero state nello spazio lo ha spinto a fissare questo ambizioso obiettivo.
Per rendere il viaggio significativo, Mofid si è imposto di trascorrere almeno quattro giorni in ogni paese, impegnandosi in esperienze culturali autentiche, come visitare villaggi o partecipare a eventi locali.
La ricerca scientifica supporta l’idea che viaggiare possa migliorare la salute mentale. Secondo uno studio pubblicato su Journal of Travel Research (2020), l’esposizione a nuove esperienze può ridurre lo stress e aumentare la resilienza psicologica. Per Mofid, il viaggio è stato una forma di terapia: “Non elimina il DOC, ma mi ha aiutato a controllarlo, non a esserne controllato“. La sua storia dimostra che, pur con le sue sfide, viaggiare può essere un potente strumento per affrontare le difficoltà mentali, offrendo nuove prospettive e connessioni umane.