L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) rappresenta un pilastro (in teoria) fondamentale nella gestione dei conflitti internazionali, ma il suo ruolo è spesso oggetto di dibattito per le sue possibilità e limitazioni. In scenari complessi come le tensioni tra Iran e Israele, aggravate dalle questioni nucleari e dal fresco attacco degli USA, le Nazioni Unite cercano di promuovere la pace, ma operano entro confini ben definiti.
L’ONU è stata fondata il 24 ottobre 1945, dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l’obiettivo di prevenire conflitti globali e promuovere la cooperazione internazionale. È composta da 193 Stati membri e da organi principali come l’Assemblea Generale, il Consiglio di Sicurezza, la Corte Internazionale di Giustizia e il Segretariato. Il Consiglio di Sicurezza, con cinque membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia) dotati di diritto di veto, è il cuore decisionale per le questioni di pace e sicurezza. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), affiliata all’ONU, monitora i programmi nucleari, come quello iraniano.

In contesti come il conflitto Iran-Israele, l’ONU agisce principalmente attraverso la diplomazia e il monitoraggio. Ad esempio, il Segretario Generale António Guterres ha definito l’attacco americano contro i siti nucleari iraniani una “pericolosa escalation”, invitando tutte le parti a “dare una possibilità alla pace”. L’AIEA, guidata da Rafael Grossi, ha valutato i danni ai siti di Fordow, Natanz e Isfahan, confermando l’assenza di contaminazione radioattiva, ma sottolineando che gli attacchi a strutture nucleari sono inaccettabili.
E ora? L’ONU può convocare riunioni di emergenza del Consiglio di Sicurezza per discutere violazioni del diritto internazionale, ma non ha un esercito proprio e non può intervenire militarmente.
Le limitazioni dell’ONU sono evidenti. Il diritto di veto dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza può bloccare risoluzioni, come accaduto in passato su questioni mediorientali. Ad esempio, Russia e Cina hanno chiesto una de-escalation immediata, mentre gli Stati Uniti hanno sostenuto azioni contro l’Iran, rendendo difficile un consenso. Inoltre, l’ONU non può imporre la fine di un conflitto se le parti non collaborano, né forzare l’Iran a negoziare sul suo programma nucleare senza un accordo internazionale. Tuttavia, può facilitare colloqui, come quelli tentati dall’Europa nel 2023 per rilanciare l’accordo JCPOA.
L’ONU svolge anche un ruolo umanitario, monitorando le conseguenze civili dei conflitti. In Iran, nel 2025, si contano almeno 430 morti e 3,500 feriti da attacchi israeliani, con l’ONU che denuncia violazioni dei diritti umani.
Oggi, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, intervenuto in Turchia, ha chiesto ufficialmente una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Dopo aver condannato l’attacco USA ha ribadito che l’America abbia violato il diritto internazionale, tradendo la diplomazia.