Il rapporto tra alimentazione e qualità del sonno rappresenta uno dei temi più affascinanti della scienza nutrizionale moderna. Non possiamo dire di avere tutte le risposte, ma di sicuro abbiamo informazioni importanti. Gli studi più recenti, infatti, dimostrano come specifici nutrienti influenzino direttamente la produzione di sostanze che regolano il ciclo sonno-veglia. La melatonina, conosciuta come “l’ormone del sonno”, regola il ritmo circadiano insieme alla vitamina B6, fondamentale per utilizzare il triptofano, un amminoacido che favorisce la sintesi della serotonina. Questo meccanismo biochimico è il motivo per cui alcuni alimenti funzionano meglio di altri come “calmanti” naturali. Riso, pasta, pane e orzo, ricchi di triptofano, favoriscono il rilassamento muscolare e la sensazione di benessere.
Contrariamente a molte credenze popolari, i carboidrati consumati a cena non sono nemici del sonno, ma preziosi alleati quando scelti correttamente.

Le verdure occupano una posizione di rilievo nella dieta del buon riposo. Lattuga, radicchio rosso, zucca e cavoli hanno spiccate proprietà sedative che facilitano il sonno. Tra i frutti, l’avocado merita particolare attenzione: grazie al suo contenuto di magnesio, favorisce l’addormentamento e migliora la qualità del riposo.
Una scoperta recente della Columbia University ha evidenziato come cinque porzioni di frutta e verdura al giorno migliorino sensibilmente la qualità del sonno, con effetti benefici già nelle 24 ore successive, aumentando la qualità del riposo fino al 16%.
I latticini meritano un capitolo a parte. Latte, formaggi e yogurt sono ottime fonti di triptofano, e il tradizionale rimedio del bicchiere di latte prima di dormire trova conferma scientifica. Le proteine del latte, in particolare la caseina, vengono trasformate durante la digestione in peptidi come le casomorfine, dotati di attività biologica rilassante.
Alcol, caffè, tè e cibi salati andrebbero evitati a cena, poiché mantengono attivo il sistema nervoso. Anche i pasti eccessivamente abbondanti o troppo scarsi possono disturbare il sonno. Nel primo caso sovraccaricano la digestione, nel secondo possono causare ipoglicemia notturna.
La ricerca ha inoltre collegato i cibi ultra-processati con un elevato rischio di insonnia, mentre diete sane come quella mediterranea mostrano un diminuito rischio di disturbi del sonno.