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Home » Attualità » Gli italiani non credono più a nessuno… tranne a Sergio Mattarella (lo dice l’ISTAT)

Gli italiani non credono più a nessuno… tranne a Sergio Mattarella (lo dice l’ISTAT)

Il Presidente della Repubblica ottiene il massimo della fiducia, mentre partiti e Parlamento il minimo. Ecco perché.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti8 Ottobre 2025
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Mattarella a Marzabotto nel 2024
Mattarella a Marzabotto nel 2024 (fonte: Bologna Today)
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La fiducia degli italiani nelle istituzioni attraversa una fase di significativo declino, ma in questo panorama di crescente scetticismo emerge un’eccezione che merita attenzione: la Presidenza della Repubblica si conferma l’istituzione più affidabile agli occhi dei cittadini.

Secondo i dati più recenti, il trend negativo riguarda praticamente tutte le principali istituzioni del Paese, dai partiti politici al Parlamento, passando per le amministrazioni locali. Si tratta di un fenomeno che non rappresenta una novità assoluta nel panorama italiano, ma che negli ultimi anni ha assunto proporzioni sempre più preoccupanti, riflettendo un diffuso senso di distanza tra cittadini e rappresentanti.

Sergio Mattarella sotto la pioggia della Cerimonia d'apertura di Parigi 2024
Sergio Mattarella sotto la pioggia della Cerimonia d’apertura di Parigi 2024 (fonte: Quirinale)

Al centro di questo scenario di sfiducia generalizzata, però, la figura del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella emerge come punto di riferimento stabile e credibile. Gli italiani continuano a riconoscere nella massima carica dello Stato un’autorità garante e super partes, capace di rappresentare l’unità nazionale al di sopra delle divisioni politiche. Questa percezione positiva si traduce in livelli di fiducia significativamente più elevati rispetto a qualsiasi altra istituzione.

Il contrasto è particolarmente marcato quando si confronta la fiducia accordata alla Presidenza della Repubblica con quella riservata ai partiti politici. Mentre Mattarella gode di un ampio consenso trasversale che supera le appartenenze ideologiche, i partiti registrano valori ai minimi storici. Questo divario evidenzia una crisi profonda della rappresentanza politica tradizionale e un bisogno crescente di figure che incarnino valori di imparzialità e stabilità.

Le ragioni di tale polarizzazione sono molteplici. Da un lato, la Presidenza della Repubblica viene percepita come un’istituzione lontana dalle dinamiche della politica quotidiana, non coinvolta nelle controversie partitiche e nelle battaglie elettorali. Dall’altro, i partiti pagano il prezzo di anni di promesse non mantenute, scandali e una percezione diffusa di autoreferenzialità che ha progressivamente eroso il legame con l’elettorato.

Gli esperti di scienze politiche, inoltre, sottolineano come questo fenomeno non sia esclusivamente italiano, ma si inserisca in un contesto più ampio di crisi della democrazia rappresentativa che coinvolge molte realtà occidentali. Tuttavia, il caso italiano presenta caratteristiche peculiari, legate alla particolare configurazione istituzionale del Paese e al ruolo di garanzia affidato al Capo dello Stato dalla Costituzione.

La sfida per le forze politiche, dunque, appare chiara: recuperare credibilità attraverso comportamenti coerenti, trasparenza nelle decisioni e capacità di rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini. Solo ricostruendo un rapporto di fiducia autentico sarà possibile invertire questa tendenza e restituire alle istituzioni democratiche quella legittimità che costituisce il presupposto indispensabile per il loro corretto funzionamento.

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