Il 31 gennaio 2015, Sergio Mattarella è stato eletto Presidente della Repubblica. Giudice costituzionale ed ex ministro, Mattarella si è distinto per equilibrio e autorevolezza in momenti molto delicati, come la pandemia, accettando di buon grado, da grande uomo di Stato, anche il secondo mandato. E consolidando, di fatto, il ruolo del Presidente della Repubblica come pilastro della democrazia italiana. Il Presidente della Repubblica, infatti, è una figura centrale nella politica del Paese, con un ruolo di garanzia dell’equilibrio istituzionale. Non esercita il potere esecutivo come un presidente di una repubblica presidenziale, ma ha importanti funzioni di controllo, indirizzo e mediazione. Il suo compito principale è assicurare il rispetto della Costituzione e il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche. Vediamo nel dettaglio.

Il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune, integrato da rappresentanti delle Regioni. Per essere eletto, nei primi tre scrutini è necessaria una maggioranza qualificata dei due terzi, mentre dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. L’elezione avviene a scrutinio segreto.
Il mandato dura sette anni, garantendo indipendenza e continuità istituzionale. Pur non esistendo un limite nei mandati, può accettarne un secondo in situazioni di emergenza politica o istituzionale, quando il Parlamento non riesce a trovare un accordo su un nuovo Presidente. Come accaduto nel 2013 a Giorgio Napolitano (prima di dimettersi, due anni dopo). E, appunto, a Sergio Mattarella nel 2022.
Tra i suoi poteri principali, il Presidente nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su sua proposta, i ministri. Questo compito diventa particolarmente rilevante nei momenti di crisi politica, quando il Capo dello Stato può facilitare la formazione di un nuovo governo o esplorare soluzioni istituzionali alternative.
Il Presidente ha anche il potere di sciogliere le Camere, salvo negli ultimi sei mesi del suo mandato, a meno che tale periodo non coincida con gli ultimi sei mesi della legislatura. Può inviare messaggi alle Camere per suggerire indirizzi politici e può rinviare una legge al Parlamento per una nuova deliberazione, se ritiene che vi siano aspetti problematici.
In campo giudiziario, il Capo dello Stato presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, organo di autogoverno dei magistrati, e ha il potere di concedere la grazia e commutare le pene.
Un altro aspetto chiave è la rappresentanza internazionale. Il Presidente accredita e riceve diplomatici, ratifica i trattati internazionali e può dichiarare, su deliberazione delle Camere, lo stato di guerra.