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Home » Innovazione » Scienza » Trovato il “drago” che mancava all’evoluzione: 193 milioni di anni dopo, riappare il mostro dei mari

Trovato il “drago” che mancava all’evoluzione: 193 milioni di anni dopo, riappare il mostro dei mari

Vi presentiamo l'ittiosauro "Drago Spada" di 193 milioni di anni fa. Il fossile più completo del Pliensbachiano svela l'evoluzione dei rettili marini.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino10 Ottobre 2025
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Il drago spada con il dottor Dean Lomax e la professoressa Judy Massare
Il drago spada con il dottor Dean Lomax e la professoressa Judy Massare (fonte: BBC)
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Un team di scienziati dell’Università di Manchester ha finalmente identificato la vera natura di uno scheletro fossile eccezionale, scoperto nel 2001 lungo la celebre Jurassic Coast nel sud-ovest dell’Inghilterra. Il protagonista di questa scoperta è uno ittiosauro preistorico battezzato Xiphodracon, un nome che deriva dal greco e significa letteralmente “Drago Spada”.

L’esemplare risale al periodo Pliensbachiano, vissuto tra 193 e 184 milioni di anni fa, un’epoca cruciale per l’evoluzione degli ittiosauri. Si tratta di un rettile marino lungo circa tre metri che nuotava negli antichi oceani cacciando pesci e calamari. Lo scheletro, rinvenuto nei pressi di Golden Cap nel Dorset, è considerato il rettile preistorico più completo al mondo risalente a questo specifico periodo geologico.

Ricostruzione drago spada
Ricostruzione drago spada (fonte: BBC)

Il dottor Dean Lomax, paleontologo dell’Università di Manchester, ha guidato la ricerca insieme alla professoressa Judy Massare della State University of New York. “Ricordo quando vidi lo scheletro per la prima volta nel 2016”, ha raccontato Lomax. “Già allora sapevo che era insolito, ma non mi aspettavo che avrebbe giocato un ruolo così cruciale nell’aiutarci a colmare una lacuna nella nostra comprensione dell’evoluzione degli ittiosauri”.

La caratteristica più distintiva dello Xiphodracon è il suo cranio dotato di un muso lungo e affilato simile a una spada, accompagnato da enormi orbite oculari. Proprio questo dettaglio anatomico ha ispirato il nome scelto dai ricercatori: “xipho” proviene dalla parola greca xiphos che significa spada, mentre “dracon” deriva dal greco e dal latino per drago, un riferimento al fatto che gli ittiosauri vengono chiamati “draghi marini” da oltre duecento anni.

Ma perché questa scoperta è così significativa per la scienza? Il periodo Pliensbachiano rappresenta un momento di transizione fondamentale nella storia evolutiva degli ittiosauri. Durante questa fase, diverse famiglie di questi rettili marini si estinsero mentre nuove famiglie emersero, ma fino ad ora mancavano prove fossili complete che documentassero questo cambiamento.

L’identificazione dello Xiphodracon come nuova specie dimostra come anche fossili scoperti decenni fa possano ancora rivelare segreti inaspettati. Il lungo processo di studio e analisi necessario per comprendere la vera natura di questo esemplare evidenzia la complessità della paleontologia e l’importanza di rivisitare collezioni esistenti con nuove tecnologie e conoscenze.

 

 

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