Una proposta destinata a scatenare polemiche agita il Consiglio comunale di Milano. La consigliera del Pd Beatrice Uguccioni e il consigliere dei Verdi Carlo Monguzzi hanno candidato all’Ambrogino d’oro la Global Sumud Flotilla, o più precisamente la capomissione Margherita Cioppi, milanese d’adozione che ha fatto parte della spedizione: una scelta che ha provocato reazioni immediate e divisive nel panorama politico e civile della città.
L’Ambrogino d’oro rappresenta la massima onorificenza cittadina milanese, destinata tradizionalmente a cittadini che con impegno civico hanno dato lustro a Milano. La proposta di premiare la Flotilla, missione dal forte contenuto simbolico legato alla questione palestinese, ha però sollevato un dibattito acceso sui requisiti e sul significato stesso del riconoscimento.
La reazione più clamorosa è arrivata dall’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, matrimonialista di fama nazionale che nel 2015 aveva ricevuto l’Ambrogino d’oro per le sue “importanti battaglie di diritto e di cultura civile a sostegno delle donne, delle coppie, di chi affronta il percorso di separazione e divorzio”. In una lettera indirizzata direttamente al sindaco Giuseppe Sala, Bernardini de Pace ha espresso tutto il suo sconcerto per quella che definisce un’iniziativa “gravemente inopportuna e profondamente offensiva”.
Nella missiva, l’avvocato scrive senza mezzi termini: “La cosiddetta flottiglia, promossa da movimenti ambiguamente Pro-Palestina e da circuiti di finanziamenti non trasparenti, non ha distribuito cibo, non ha soccorso civili: ha messo in scena una provocazione politica, con finalità simboliche e mediatiche, ai limiti della legalità internazionale”. Secondo Bernardini de Pace, tutto questo “non ha nulla a che vedere con il senso civico, la solidarietà o la promozione dell’immagine di Milano nel mondo”.
Ma è la conclusione della lettera a rappresentare il gesto più eclatante. L’avvocato annuncia infatti che, qualora la candidatura della Flotilla dovesse essere accolta, restituirà pubblicamente il proprio Ambrogino d’oro, chiedendo di poterlo fare “nello stesso giorno della cerimonia ufficiale di consegna ai rappresentanti della Flotilla, così che il mio gesto – non polemico ma etico – possa essere compreso nella sua portata simbolica”. Una mossa che evidenzia quanto la questione tocchi corde profonde legate all’identità e al valore delle civiche benemerenze.
Nel suo intervento, Bernardini de Pace affronta anche il tema dell’antisemitismo, dichiarando che le fa “orrore, anche perché tipico delle persone ignoranti”, e aggiungendo che “ogni gesto che legittima, anche indirettamente, un’ambiguità ideologica finisce per normalizzare un clima intollerabile, nel quale il disprezzo per Israele diventa alibi per nuovi pregiudizi antiebraici”.

Ma la polemica sull’Ambrogino d’oro 2025 non si ferma qui. In risposta alla proposta per la Flotilla, il consigliere comunale della Lega Samuele Piscina ha lanciato una controproposta provocatoria: assegnare l’onorificenza al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Una mossa esplicitamente polemica, motivata secondo Piscina dal fatto che “la fine delle ostilità rappresenta un traguardo di pace e sicurezza, e anche un’opportunità concreta per Milano”.
Il consigliere leghista ha anche evidenziato possibili ricadute economiche positive per la città, citando “lo sblocco dell’appalto da 20 miliardi di euro assegnato a MM, società partecipata del Comune di Milano, per la realizzazione della linea 1 della metropolitana di Tel Aviv, con potenziali dividendi significativi per le casse comunali”. Secondo questa visione, andrebbe premiato “l’impegno di chi ha contribuito a un processo di pacificazione storica, con effetti positivi che possono riflettersi anche sulla nostra città e sui suoi cittadini”.
Piscina ha inoltre criticato duramente la candidatura della Flotilla, sostenendo che “non ha portato risultati concreti né per la città né per Gaza, ma solo problemi nella gestione dei rapporti internazionali, del dialogo diplomatico e della sicurezza cittadina con gli scontri nelle strade milanesi”.
Di fronte a queste polemiche incrociate, il sindaco Giuseppe Sala ha scelto una posizione di distacco istituzionale. Interpellato sulla questione, ha dichiarato: “L’Ambrogino d’oro per fortuna è l’unica cosa su cui io, come sa, non sono coinvolto, non intervengo quindi eviterei e lascerei al Consiglio il confronto su queste faccende”.
Anche la risposta ufficiale di Palazzo Marino alla lettera di Bernardini de Pace, stilata dall’ufficio del sindaco, ribadisce questo concetto: “La competenza relativa all’istruttoria delle proposte di concessione delle civiche benemerenze è del Consiglio comunale. Tutte le istanze e/o osservazioni vanno quindi indirizzate alla presidenza del Consiglio comunale”.
Resta ora dunque al Consiglio comunale la responsabilità di valutare le proposte e decidere chi, tra i candidati, meriterà effettivamente la massima onorificenza milanese. Una scelta che, qualunque sia l’esito, avrà inevitabilmente un forte peso simbolico e politico, in un clima già segnato da tensioni e polarizzazioni.