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Home » Attualità » Sigfrido Ranucci, trent’anni di inchieste che hanno fatto tremare i potenti: dalla pinacoteca segreta di Tanzi all’uranio impoverito

Sigfrido Ranucci, trent’anni di inchieste che hanno fatto tremare i potenti: dalla pinacoteca segreta di Tanzi all’uranio impoverito

Sigfrido Ranucci, il giornalista di Report che vive sotto scorta: dalle inchieste su mafia e corruzione all'intervista di Borsellino all'attentato di ieri sera.
Gabriella DabbeneDi Gabriella Dabbene17 Ottobre 2025
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Sigfrido Ranucci
Sigfrido Ranucci (fonte: Rai)
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Sigfrido Ranucci rappresenta uno dei volti più autorevoli del giornalismo d’inchiesta italiano. Nato a Roma il 24 agosto 1961, questo giornalista, autore e conduttore televisivo ha costruito una carriera trentennale caratterizzata da inchieste coraggiose su temi scottanti come criminalità organizzata, corruzione, traffico di rifiuti e conflitti internazionali. La sua vita professionale è segnata da un impegno costante nella ricerca della verità, un percorso che lo ha portato a vivere sotto scorta per le numerose minacce ricevute.

Laureato in Lettere all’Università “La Sapienza” di Roma, Ranucci ha mosso i primi passi nel giornalismo collaborando con Paese Sera, storica testata della sinistra italiana. Nel 1989 approda al TG3, dove inizia a occuparsi di cronaca, attualità e sport. È però negli anni successivi che la sua carriera prende la direzione del giornalismo investigativo, con collaborazioni a Rai International, Rai News 24 e Tg3 Primo Piano a partire dal 1997.

Il profilo di Ranucci come inviato di guerra e reporter di zone calde si consolida tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila. Nel 1999 viene inviato nei Balcani per seguire i conflitti nell’ex Jugoslavia. Nel 2001 è a New York per documentare gli attentati dell’11 settembre, e nel 2005 si reca a Sumatra per raccontare le conseguenze dello tsunami dell’Oceano Indiano del 2004. Queste esperienze sul campo forgiano il suo approccio al giornalismo, caratterizzato da presenza diretta sui luoghi degli eventi e approfondimento rigoroso.

Tra le sue inchieste più significative spiccano quelle sull’utilizzo controverso di armi con uranio impoverito, un tema che ha seguito dal 2001 al 2003 con una serie di reportage intitolati Uranio impoverito, che includevano Diario di un generale, Vittime di pace e Metallo del disonore. Nel 2004 realizza l’inchiesta Fallujah. La strage nascosta, in cui denuncia l’uso da parte dell’esercito statunitense di fosforo bianco durante i combattimenti nella città irachena. Questo lavoro giornalistico ha avuto risonanza internazionale, con riprese da parte dei principali media mondiali.

Un momento cruciale della sua carriera arriva nel 2001, quando durante un’inchiesta sulle stragi di mafia trova e trasmette l’ultima intervista del giudice Paolo Borsellino, rimasta inedita per anni. In quella registrazione, realizzata poche ore prima della strage di Capaci, il magistrato parlava per la prima volta dei rapporti tra Marcello Dell’Utri, il boss di Cosa nostra Vittorio Mangano e Silvio Berlusconi. La diffusione di questo documento ha suscitato ampie polemiche e testimonia il coraggio di Ranucci nell’affrontare temi sensibili che coinvolgono potere politico e criminalità organizzata.

Nel 2006 Ranucci entra a far parte della redazione di Report, lo storico programma di inchieste di Rai 3 ideato e condotto da Milena Gabanelli, diventandone coautore. Con la Gabanelli realizza nel 2009 il libro Ecofollie, dedicato al problema dello smaltimento delle scorie nucleari, e numerose inchieste che hanno fatto la storia del programma. Nel gennaio 2009 pubblica anche Il patto: da Ciancimino a Dell’Utri, un’opera sulla trattativa Stato-mafia basata sul racconto di un infiltrato.

Sigfrido Ranucci e Milena Gabanelli
Sigfrido Ranucci e Milena Gabanelli (fonte: Today)

Un’altra inchiesta degna di nota risale al 2010, quando le sue indagini portano al ritrovamento e al sequestro della pinacoteca di Calisto Tanzi, che il patron della Parmalat aveva nascosto agli inquirenti dopo il crack finanziario della società. Dal 2011 collabora anche con il Corriere della Sera, ampliando il suo raggio d’azione nel panorama mediatico italiano. Nel 2012 idea e cura Off the Report, un programma per Rai3 realizzato da giovani giornalisti d’inchiesta.

La svolta definitiva arriva il 27 marzo 2017, quando Sigfrido Ranucci subentra a Milena Gabanelli alla conduzione di Report, diventandone responsabile editoriale. Sotto la sua direzione, il programma continua a indagare su corruzione, gestione dei fondi pubblici, criminalità organizzata e tutela del territorio, mantenendo lo standard di rigore giornalistico che lo ha reso un punto di riferimento dell’informazione televisiva italiana. Per questo lavoro riceve nel 2021 il prestigioso Premio Flaiano di televisione.

Da giugno 2020 Franco Di Mare, allora direttore di Rai 3, lo sceglie come suo vicedirettore, riconoscendo così il suo ruolo centrale nell’emittente pubblica. Nel corso della sua carriera, Ranucci ha collezionato numerosi riconoscimenti: nel 2000 l’inchiesta Il valzer dei veleni vince il Silver Satellite Gran Prix Television World, mentre nel 2002 Polveri maledette riceve il premio speciale della giuria al Silver Satellite Bulgaria. Ha inoltre ottenuto il Premio Ilaria Alpi, il Premio Penne Pulite e il Premio Mario Francese.

Le sue inchieste hanno spaziato dal traffico illecito di rifiuti (con reportage come Buconero S.p.A.) alle questioni bancarie (con La banca degli amici e Le mani del PDL sul Monte dei Paschi?), dalle guerre in Iraq (Guerre stellari in Iraq, Il fantasma di Abu Ghraib, La guerra privata dei contractor) fino ai casi di spionaggio industriale come Telecom debiti e spie. Ogni lavoro è caratterizzato da un approccio meticoloso alla raccolta delle prove e dalla volontà di portare alla luce verità scomode.

Nella nottata di ieri, Sigfrido Ranucci ha subito un attentato dinamitardo che ha distrutto la sua automobile e quella di sua figlia, parcheggiate davanti alla sua abitazione a Pomezia, alle porte di Roma. Le due vetture sono state completamente avvolte dalle fiamme dopo due deflagrazioni ravvicinate avvenute intorno alle 22. L’episodio, di gravità inaudita secondo le autorità, conferma i rischi concreti che il giornalista affronta quotidianamente a causa del suo lavoro.

Cattolico praticante, Sigfrido Ranucci è sposato e padre di tre figli. La sua vita privata è segnata dalle misure di sicurezza necessarie per proteggerlo dalle minacce legate alle sue inchieste. Vive sotto scorta da anni, una condizione che testimonia quanto il suo lavoro giornalistico abbia toccato interessi potenti e criminali. Nonostante le pressioni e i pericoli, Ranucci continua a rappresentare un esempio di giornalismo indipendente e coraggioso, capace di indagare sui poteri forti senza compromessi.

La figura di Sigfrido Ranucci incarna i valori fondamentali del servizio pubblico radiotelevisivo: rigore nell’indagine, indipendenza dal potere, impegno civile e capacità di raccontare storie complesse in modo accessibile al grande pubblico. Le sue inchieste hanno contribuito a fare luce su zone d’ombra della società italiana e internazionale, stimolando dibattiti pubblici e, in alcuni casi, azioni della magistratura. Il suo lavoro continua a rappresentare un punto di riferimento per il giornalismo d’inchiesta italiano.

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