Il testo della canzone L’elefante gay, scritta da Gianni Greco e interpretata da una giovanissima Erika Mannella all’Ambrogino d’Oro 1984 (e non allo Zecchino d’Oro, come erroneamente pensano molti). Una canzone per bambini, in una trasmissione per bambini che tratta il tema dell’omosessualità, pur con i limiti dell’epoca, attraverso la figura di un elefante simpatico, che nella sua rappresentazione è un po’ stereotipato ma libero e ricalca figure di omosessuali rese celebri da film come Il Vizietto.
Uaccadi uaccadu
unghie e smalto rosso
uaccadi uaccadu
zanne di lamè
uaccadi uaccadu
guarda com’è grosso
uaccadi uaccadu
sta arrivandol’elefante gay con cinquanta nei
sparsi qua e là, che arie che si da
le mutande blu a pois
ciglia finte in su, si sa
non nasconde più la sua
vera identitàl’elefante gay non più lui ma lei
gli occhi dolci fa con ambiguità
il vizietto lui ce l’ha
con il giudizio altrui ci fa
un gioiello per la sua
femminilitàelefante gay
elefante gay
elefante gay
che simpatico che seiuaccadi uaccadu
unghie e smalto rosso
uaccadi uaccadu
zanne di lamè
uaccadi uaccadu
guarda com’è grosso
uaccadi uaccadu
sta arrivandol’elefante gay ora è tutto ok
la virilità l’ha attaccata al tram
con le orecchie lui ci fa
deltaplani e poi si da
svolazzando a chi gli va
con aviditàelefante gay
elefante gay
elefante gay
che simpatico che seiil vizietto lui ce l’ha
si distende sui lilla
se gli piaci poi ti fa
“bello vieni qua”elefante gay
elefante gay
elefante gay
che simpatico che seiuaccadi uaccadu
unghie e smalto rosso
uaccadi uaccadu
zanne di lamè
uaccadi uaccadu
guarda com’è grosso
uaccadi uaccadu
l’elefante gay
(quattro volte)
Il sifnificato de L’elefante gay è nel ritratto di un elefante, qui rappresentato come un personaggio da cartone animato, che però somiglia ad uno dei personaggi de Il vizietto – film del 1978 che qui viene apertamente citato nel testo – un personaggio che non ha problemi ad essere se stesso, e che esibisce i giudizi della gente come un “gioiello”, con fierezza. La canzone, scritta da un eterosessuale, ha dei limiti dovuti all’epoca in cui è uscita, in cui non c’era informazione, conoscenza in merito a tematiche ampie e complesse come l’identità di genere e la sessualità. Ne viene fuori un ritratto di un elefante gay, sicuramente molto audace per l’epoca e per il contesto in cui è stata cantata) ma un po’ confuso. Ha elementi da drag queen, da persona gay e da trans, frullati tutti insieme, con elementi che sembrano presi da un Pride. In più è una figura gay che viene grossolanamente associata ad un’identità di genere femminile, come se fosse scontato. Ci rendiamo conto che ancora oggi non è semplice definire tutte le categorie che abitano sotto l’ombrello delle identità LGBT, ma quarant’anni fa era impossibile.
Altri elementi che sorprendono, considerato che questa canzone ha ormai quarant’anni di vita, sono gli elementi sessuali non troppo velati considerato che si tratta di una canzone per bambini, interpretata da una ragazzina. L’elefante gay “si dà con avidità” a chi desidera. Poi si accenna ad un “vizietto”, in riferimento al film con Ugo Tognazzi e Michel Serrault, come se l’omosessualità fosse un “problema”, come il vizio del fumo. Non vogliamo però essere troppo severi nei confronti di una canzone tutto sommato coraggiosa, per l’epoca, e che nel corso degli anni è stata adottata dalla comunità LGBT.