Cuori in Atlantide, film del 2001 tratto da due novelle di Stephen King, finisce con Bobby e la madre che, dopo la partenza di Ted, lasciano la loro casa per rifarsi una vita in Massachussets. Prima della partenza, Bobby bacia Carol un’ultima volta; i due si promettono di restare in contatto. Nell’ultima sequenza del film, Bobby adulto fa visita alla sua vecchia casa, e al di là della recinzione, nota una giovane ragazza, molto somigliante a Carol; lei gli comunica di essere sua figlia, e gli conferma che la madre è ormai morta da anni per una malattia. Bobby, prima di proseguire per la sua strada, le regala la foto della madre bambina che Carol gli aveva donato in quell’estate di tanti anni prima. Mentre percorre in auto l’autostrada per tornare a casa, Bobby ci informa che, dopo la loro frequentazione, non ha più saputo nulla di Ted, e che per quanto lo riguarda, è valsa la pena di conoscerlo; quella magica estate ha segnato infatti per Bobby, il passaggio dall’infanzia verso l’età adulta.
Bobby Garfield, affermato fotografo di mezza età di New York, felicemente sposato, torna nel piccolo paese dove ha vissuto gran parte dell’infanzia, per presenziare alle esequie dell’amico John Sullivan, detto Sully. Preso dalla nostalgia, Bobby inizia a ricordare cosa accadde una particolare e indimenticabile estate di quarant’anni prima, quando, nella casa dirimpetto a quella dove Bobby viveva con la madre Liz, si era stabilito Ted Brautigan, un cordiale e saggio uomo anziano. Bobby, in cattivi rapporti con la madre, vedova, che cerca di portare avanti da sola la famiglia dedicandosi quasi totalmente al lavoro, si affeziona sin da subito al vicino, che gli offre di guadagnare qualche spicciolo se gli leggerà i quotidiani; il ragazzo è affascinato dalla personalità accogliente e carismatica di Ted. L’uomo chiede inoltre a Bobby di dare un’occhiata in città, facendo attenzione in particolare a eventuali manifesti su animali smarriti. alla ricerca di quella che lui chiama “la gente bassa”, ovvero misteriosi esponenti governativi vestiti di tutto punto che viaggiano su macchine anonime,
Il ragazzo accetta e intanto prosegue la sua vita, insieme agli amici di sempre, John “Sully” Sullivan e Carol Gerber, per cui ha una cotta. Una sera, recatisi a una fiera, gli amici accettano di partecipare al gioco delle tre carte ( truccato dall’imbonitore per far sì che mai nessuno vinca); a sorpresa, Bobby indovina la carta nascosta, e fa saltare il banco; più tardi, salito sulle montagne russe con Carol, la bacia; la bambina è sorpresa, ma corrisponde i sentimenti del piccolo amico. Qualche giorno dopo, la brigata è assalita da alcuni bulli più grandi, ma ad evitare il peggio, arriva Ted che, leggendo nella mente del loro capo, Harry Doolin, lo convince a desistere. Intanto Liz, alla ricerca di un avanzamento di carriera, ha accettato l’invito del suo superiore ad un seminario fuori città, e chiede a Ted di occuparsi di Bobby mentre sarà via; il vecchio, seppur riluttante, accetta, e porta il piccolo amico a scommettere su un importante incontro di boxe, con esito vincente. Una volta lì, peraltro, Bobby scopre la vera natura del defunto padre, alcolista e giocatore incallito.
Uscendo dal locale, però, Ted scorge gli uomini bassi appostati ad attenderlo e sfugge alla cattura per un nonnulla. Di ritorno a casa, l’uomo confida a Bobby che il denaro della vincita gli servirà per partire; quegli uomini, ormai, gli stanno alle calcagna e non può farsi prendere; questi misteriosi individui, infatti, vogliono poter sfruttare a loro piacimento il peculiare dono di Ted; l’anziano, ogni qual volta entra in contatto fisico con le persone, infatti, è in grado di leggere loro la mente. Il profondo legame instaurato con Bobby lo ha convinto a trasferire al bambino alcune delle sue abilità telepatiche. Bobby, andato a cercare Carol per farle salutare Ted, la trova ferita e dolorante in un campo; Harry Doolin e i suoi amici bulli l’hanno conciata per le feste. Bobby, a fatica, riporta l’amica a casa di Ted che le riassesta la spalla dislocata.
All’improvviso, però, arriva Liz che fraintende la situazione e vedendo Ted chino su Carol, pensa la stia molestando; l’uomo la convince a non denunciarlo facendole capire che sa perfettamente quello che le è successo durante il fine settimana; la donna, infatti, è stata a sua volta brutalmente aggredita e violentata dal suo capo. Non ancora del tutto persuasa della buona fede dell’uomo, Liz denuncia la sua presenza in città, per avere la ricompensa promessa dagli uomini bassi; a quel punto, Ted non può fare altro che andarsene. Bobby, furioso con la madre per aver allontanato il suo amico, la accusa di essere sempre stata un’egoista; Liz gli dice che ora è senza lavoro, e loro due hanno bisogno di soldi. Allora, Bobby, sprezzante, getta sul tavolo il mazzo di banconote ottenuto grazie alla riscossione della vincita. Poi, infuriato, si reca nel bosco in cui è solito bazzicare Harry e lo picchia con una mazza da baseball. Prima di partire insieme per la sua nuova vita, Liz chiede a Bobby se riuscirà mai a perdonarla; il figlio la abbraccia, e poi va a salutare Carol, baciandola un’ultima volta; i due si scambiano i reciproci indirizzi, promettendosi di scriversi tutti i giorni. Prima che Bobby possa esprimere a Carol quello che prova veramente, la ragazza lo precede, dichiarandogli il proprio amore.
Cuori in Atlantide è un film di Scott Hicks, liberamente tratto dai racconti Uomini bassi in soprabito giallo e Scendono le celesti ombre della notte, di Stephen King, inclusi nella raccolta Cuori in Atlantide. Nel cast troviamo Anthony Hopkins (Ted), Anton Yelchin (Bobby bambino), Mika Boorem (Carol), Hope Davis (Liz) e David Morse (Bobby adulto). Mika Boorem interpreta anche Molly, la figlia di Carol, nella scena finale.