Argo, film diretto da Ben Affleck nel 2012, finisce con Tony Mendez premiato con la Intelligence Star per la sua impresa. Mentre il presidente americano Jimmy Carter parla dell’operazione Canadian Caper. Prodotto da George Clooney e Grant Heslow, Argo è ispirato al vero caso del salvataggio di alcuni cittadini americani, bloccati a Teheran, in Iran, durante la rivoluzione islamica del 1979, che portò al governo del paese i fondamentalisti guidati da Khomeini.
Il film si apre con la cattura, da parte dei militanti sciiti, di 52 persone del corpo diplomatico degli Stati Uniti. Tra queste, solo in sei riescono a fuggire e a riparare nella residenza dell’ambasciatore del Canada Ken Taylor. Per salvarle il governo americano incarica l’agente della CIA Tony Mendez (Ben Affleck) di organizzare un piano di liberazione. L’uomo è un esperto di azioni sotto copertura e in effetti riesce a elaborare un’operazione complessa, ma efficace. Mendez, infatti, ipotizza di girare un film fantascientifico di produzione canadese, utilizzando i fuggitivi come troupe.
Mendez si attiva e chiede la collaborazione di varie maestranze per ottenere un effetto di verosimiglianza massima. Dal truccatore John Chambers (John Goodman) al produttore cinematografico Lester Siegel (Alan Arkin), che lo aiuta a mettere su un falso studio cinematografico. Argo, questo il nome del film di fantascienza, diventa finalmente una realtà.
Mendez arriva in Iran presentandosi come il produttore di Argo. Raggiunge gli ostaggi nell’ambasciata canadese e dà loro dei falsi documenti. Ormai lanciato, Mendez non sente ragioni quando i superiori gli comunicano che la missione non possa proseguire per non mettere a repentaglio un’altra operazione.
Chiede e ottiene che gli ostaggi ottengano altri biglietti aerei per lasciare Teheran su un volo della compagnia svizzera. Nonostante la tensione nella zona controlli, i sei ostaggi, ormai smascherati, riescono a salire sull’aereo e a mettersi in salvo. Gli Stati Unit ufficialmente non compaiono tra gli organizzatori del piano. Tutto questo per evitare rappresaglie contro gli altri ostaggi.