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Home » Ambiente » Animali » Altro che spray: la cannabis stermina le zanzare killer della dengue in 48 ore

Altro che spray: la cannabis stermina le zanzare killer della dengue in 48 ore

Il composto attivo è il cannabidiolo (CBD), che si è rivelato efficace anche contro zanzare resistenti agli insetticidi chimici.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino18 Giugno 2025
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una zanzara
Una zanzara all'opera (fonte: Unsplash)
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Ogni anno, le malattie trasmesse dalle zanzare provocano oltre un milione di morti nel mondo. Finora ci si è affidati soprattutto a spray chimici, ma questi stanno perdendo efficacia: le zanzare si stanno adattando e i composti tossici inquinano suolo e acqua. Ora, però, una scoperta sorprendente offre una nuova speranza. Un team di ricercatori dell’Ohio State University ha dimostrato che l’estratto di foglie di canapa, ricco di CBD, può eliminare tutte le larve di zanzara nel giro di due giorni.

La protagonista di questa ricerca è l’Aedes aegypti, la zanzara responsabile della diffusione di malattie gravi come dengue, febbre gialla e Zika. Gli scienziati hanno preso foglie di canapa essiccate e macinate, le hanno trattate con metanolo per estrarre i composti attivi, e hanno immerso le larve di zanzara in acqua contenente queste sostanze. Il risultato? Mortalità totale entro 48 ore, sia per le larve normali che per quelle già resistenti agli insetticidi più comuni.

Il merito va al cannabidiolo (CBD), il composto principale del preparato. Mentre altri componenti della canapa (come i terpeni) si sono dimostrati poco efficaci, il CBD ha avuto un impatto diretto sui sistemi vitali delle larve. Sebbene gli insetti non abbiano i recettori che rendono il CBD famoso per i suoi effetti benefici sull’uomo, questo composto riesce comunque a colpirli attraverso meccanismi ancora in via di studio: probabilmente agisce su canali ionici o enzimi muscolari, provocando paralisi e morte.

Zanzara Anopheles
Una Zanzara Anopheles (fonte: Il Giornale)

Ciò che rende questa scoperta ancora più promettente è che il CBD non sembra stimolare resistenza nelle nuove generazioni di zanzare, a differenza degli insetticidi chimici tradizionali, che diventano via via meno efficaci. Inoltre, le quantità di estratto necessarie per ottenere l’effetto sono relativamente basse rispetto ad altri estratti naturali testati in laboratorio.

Dal punto di vista pratico ed economico, il potenziale è enorme. Negli Stati Uniti, ad esempio, nel 2023 sono stati coltivati oltre 27.000 acri di canapa, con un mercato che ha superato i 291 milioni di dollari. Ma le foglie, spesso scartate dopo la raccolta di fiori e semi, potrebbero diventare una risorsa preziosa per produrre pellet larvicidi. In questo modo, si otterrebbero nuove entrate per gli agricoltori, si ridurrebbero gli scarti agricoli e si rafforzerebbero le strategie di prevenzione sanitaria, specialmente in zone rurali o urbane dove le zanzare proliferano.

Restano comunque alcune domande aperte: per esempio, quanto tempo il CBD resta attivo nei corsi d’acqua? E che effetti ha su altri organismi come pesci o girini? I primi test di laboratorio indicano un’azione selettiva, ma gli ecosistemi naturali sono più complessi. Serviranno ulteriori studi sul campo per garantire la sicurezza ambientale del prodotto.

Un altro aspetto importante riguarda la scelta delle varietà di canapa: alcune sono più ricche di CBD e quindi più efficaci, altre producono più fibra e meno principi attivi. Selezionare le piante migliori per l’uso larvicida sarà fondamentale per contenere i costi e ridurre gli impatti ambientali.

I prossimi passi includono la messa a punto di formulazioni stabili, come compresse o film a rilascio lento, e la combinazione del CBD con altri agenti biologici, come il Bacillus thuringiensis israelensis, già usato nel controllo delle zanzare. Questa strategia a più fronti potrebbe rallentare ulteriormente lo sviluppo di resistenze.

Infine, sarà fondamentale stabilire regole chiare per l’approvazione di questi nuovi prodotti. Bisogna bilanciare l’urgenza di combattere le malattie con la necessità di proteggere gli ecosistemi. La trasparenza e il coinvolgimento delle comunità locali saranno chiave per ottenere fiducia e consenso.

 

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