Uomo e scimmia condividono il 98% del DNA. E si vede. In Africa occidentale, un gruppo di scimpanzé è stato filmato mentre selezionava, condivideva e consumava in maniera spontanea frutti naturalmente fermentati, probabilmente sperimentando una leggera euforia simile a quella provocata da una birra leggera. Un happy hour del tutto naturale, che, al netto della simpatia, può alludere a qualcosa di importante: uno studio evolutivo della socialità e del consumo condiviso di cibo.
La scoperta, pubblicata ad aprile 2025 sulla rivista scientifica Current Biology, sta facendo il giro del web e poggia sulle osservazioni effettuate nel Parco Nazionale di Cantanhez, in Guinea-Bissau, da un gruppo di ricercatori guidato da Anna Bowland e Kimberley Hockings, del Centre for Ecology and Conservation dell’Università inglese di Exeter. Le telecamere nascoste hanno catturato almeno dieci episodi in cui gli scimpanzé si sono riuniti attorno al frutto fermentato dell’albero Trichoscypha africana. Questo frutto, lasciato maturare, sviluppa alcol in concentrazioni che vanno dallo 0,01% fino allo 0,61%.
Gli animali non si ubriacano, ma raggiungono una leggera euforia. Ciò che emerge dai video è che queste scimmie, che mangiano ogni giorno grandi quantità di questi frutti, nella circostanza specifica prediligono i frutti più maturi, che sono più ricchi di etanolo. E li condividono, forse in base a legami familiari o per lo stimolo alla socialità innescato proprio dall’alcol.
Alcuni di loro hanno usato strumenti per aprire i frutti. Due femmine adulte, invece, hanno selezionato deliberatamente una porzione più piccola ma fermentata, a discapito di un pezzo più grande ma acerbo. Non sono mancati neanche gli episodi di aggressività quando l’accesso al frutto più maturo era negato, scatenando competizione tra i membri del gruppo.
Il team di ricerca suggerisce che tutto questo potrebbe rappresentare una forma primitiva di “feasting”, il radunarsi per consumare cibo e bevande, comportamento alla base di numerose tradizioni umane. L’ipotesi è che questa dinamica possa avere radici comuni con l’Homo sapiens, e che il consumo conviviale di frutti fermentati da parte degli scimpanzé sia un’eredità condivisa da un antenato comune.
Potrebbe trattarsi dell’inizio di una nuova linea di ricerca sul ruolo dell’alcol, in quantità limitate, come facilitatore di legami sociali anche tra le grandi scimmie. Un comportamento che, se confermato, potrebbe legarci ancora di più a questi animali.