Il comportamento dei panda che urinano facendo la verticale, quindi poggiandosi sulle zampe anteriori, tirando su il sedere, ha suscitato l’interesse di zoologi e etologi per la sua singolarità. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta di una semplice bizzarria, bensì di una strategia ben precisa legata alla comunicazione olfattiva e alla marcatura del territorio.
Secondo diversi studi pubblicati su riviste scientifiche come Animal Behaviour e Behavioural Ecology and Sociobiology, questa postura consente ai panda di depositare l’urina a un’altezza maggiore, in modo che il segnale olfattivo si diffonda meglio nell’ambiente circostante.
L’urina, nei panda come in molti altri mammiferi, contiene feromoni e composti chimici volatili che trasmettono informazioni importanti: identità individuale, stato riproduttivo, età, sesso e dominanza. Marcando un punto in alto, il messaggio olfattivo ha più probabilità di essere rilevato da altri esemplari anche a distanza, di restare più a lungo nell’aria grazie alla minore esposizione all’umidità del suolo. E di scoraggiare intrusi o segnalare disponibilità riproduttiva.
Questo comportamento è osservato principalmente nei maschi, soprattutto in periodo riproduttivo. La posizione verticale consente anche una maggiore precisione nella scelta del punto da marcare.
Il panda gigante non è l’unico animale a usare l’urina come strumento di comunicazione. Simili strategie si riscontrano in altri mammiferi, come leopardi, tigri, cani selvatici e perfino alcune specie di roditori. Tuttavia, la postura verticale del panda risulta particolarmente singolare a causa della sua corporatura tozza e poco agile, che rende l’esecuzione fisicamente impegnativa.
Uno studio condotto dall’Institute of Zoology dell’Accademia Cinese delle Scienze ha documentato attraverso videocamere a infrarossi che i panda selezionano con cura gli alberi da marcare, preferendo quelli con tronchi lisci e verticali, che facilitano la diffusione del segnale chimico.