Non importa che facciate gli occhi a cuore quando vedete un cucciolo di cane impegnato a disturbare qualcuno che fa yoga. Il puppy yoga è ora illegale, o quanto meno vietato. Perché non è regolamentato né a livello legislativo né veterinario. Inoltre, al contrario di quanto stabilito dalla legge, coinvolge cuccioli. Lo stabilisce il Ministero della Salute. Una nota del Dicastero, firmata dal Capo Dipartimento One Health, Giovanni Leonardi, invita le Regioni a vigilare affinché questa opera non sia più erogata. Le attività con gli animali, finalizzate al benessere della persona e alla socializzazione, infatti, possono essere svolte, solo con animali adulti. Come stabiliscono chiaramente le Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali.
Nato negli Stati Uniti come variante coccolosa dello yoga, il puppy yoga, ovvero yoga con i cuccioli, consiste nel seguire delle lezioni base della disciplina orientale, nel mezzo di un’incursione di decine di piccoli di cane.
Una pratica che in teoria dovrebbe migliorare lo stato d’animo dei partecipanti (e in effetti è così a giudicare dai video diffusi online), ma che rischia di diventare un vero sfruttamento per gli animali.
Perché sfruttamento?
I cani, che appartengono ad allevamenti certificati, possono essere acquistati. Si tratta di un’attività lecita, certo, ma che contrasta il tentativo di decine di associazioni affinché si salvino (gratuitamente) migliaia di trovatelli detenuti in più di 1000 canili in tutta Italia.
Inoltre, i cagnolini in questione talvolta hanno poche settimane d’età. Momento delicatissimo per la loro crescita, che dovrebbe essere trascorso al fianco della madre e dei fratelli. Pena, problemi comportamentali ed emotivi in età adulta.
Non è chiaro cosa avvenga, poi, ai cuccioli non acquistati, una volta cresciuti. Quindi non più adatti al puppy yoga.
Vista in un’ottica antispecista, movimento culturale che vede un’equiparazione totale tra esseri umani e animali, la questione è molto semplice: gli animali non sono oggetti, semmai soggetti con emozioni. E come tali, meritano rispetto.