La piovra dagli anelli blu è tra le creature marine più velenose al mondo, capace di uccidere in pochi minuti con una potente neurotossina. Ma il suo veleno non serve solo per difesa o caccia. Viene usato anche per l’accoppiamento. I maschi di questa specie hanno sviluppato un’incredibile strategia per evitare di essere divorati dalle loro compagne, molto più grandi e aggressive. Attraverso un morso preciso, iniettano la tetrodotossina direttamente nell’aorta della femmina, paralizzandola temporaneamente per completare l’accoppiamento senza rischiare la vita. Lo dimostra uno studio condotto dal dottor Wen-Sung Chung dell’australiana University of Queensland, pubblicato su Current Biology.
Il maschio di piovra dagli anelli blu è notevolmente più piccolo della femmina, che può essere fino a cinque volte più grande. Questo crea una situazione rischiosa, poiché in molte specie di cefalopodi il cannibalismo sessuale è comune. La femmina può decidere di mangiare il compagno prima, durante o dopo l’accoppiamento. Per ovviare a questo problema, i maschi hanno sviluppato ghiandole salivari posteriori molto più grandi rispetto a quelle delle femmine, ricche di tetrodotossina prodotta da batteri simbionti.

Al momento dell’accoppiamento, il maschio si avvicina alla femmina e la immobilizza con un morso altamente preciso all’aorta, il principale vaso sanguigno del corpo. La tetrodotossina agisce rapidamente, bloccando la respirazione e causando una paralisi temporanea. In pochi minuti, la femmina diventa inerte. La sua pelle impallidisce e le pupille smettono di reagire alla luce. Questo stato permette al maschio di trasferire il suo sperma utilizzando il hectocotylus, un braccio specializzato per la riproduzione.
L’intero processo dura tra i 40 e i 75 minuti. Man mano che il veleno perde effetto, la femmina riacquista il controllo dei suoi arti e, una volta ripresa, allontana il maschio con forza. Nonostante l’apparente pericolosità dell’iniezione di veleno, nessuna femmina osservata negli esperimenti è morta o ha mostrato danni a lungo termine. Il giorno dopo l’accoppiamento, le femmine tornano ad alimentarsi normalmente, suggerendo una certa resistenza alla tetrodotossina. Dedicheranno le ultime settimane di vita a curare le uova, prima di morire alla loro schiusa. I maschi, invece, come accade in molte specie di polpi, muoiono quasi subito.