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Home » Ambiente » Animali » Vi presentiamo i topi “lanosi”: anche se non sembra, sono “cloni” dei mammut

Vi presentiamo i topi “lanosi”: anche se non sembra, sono “cloni” dei mammut

Gli scienziati di Colossal Biosciences hanno creato geneticamente dei topi "lanosi" con caratteristiche simili al mammut. Ecco perché.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino4 Marzo 2025
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Topi lanosi
Topi lanosi (fonte: The Guardian)
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Un team di scienziati ha compiuto un passo significativo verso la “resurrezione” del mammut lanoso, creando una nuova specie di topo geneticamente modificato. Questi adorabili topi “lanosi” possiedono caratteristiche fisiche simili a quelle del mammut, tra cui un folto pelo e un metabolismo del grasso adattato al freddo. Lo studio, condotto dalla società di biotecnologie Colossal Biosciences, punta a comprendere meglio i geni che rendevano i mammut unici e applicare queste conoscenze agli elefanti asiatici, i loro parenti più prossimi.

Il processo ha avuto inizio con l’analisi del DNA dei mammut antichi, confrontato con quello degli elefanti asiatici per identificare le principali differenze genetiche. Gli scienziati hanno quindi selezionato geni chiave responsabili del pelo lungo e lanoso, della pigmentazione dorata e di un metabolismo adattato alle basse temperature. Utilizzando tecniche avanzate di editing genetico, hanno introdotto queste modifiche nei topi di laboratorio, creando esemplari con tratti simili a quelli dei mammut.

tre topini lanosi
tre topini lanosi (fonte: Colossal Biosciences)

I risultati hanno confermato che le modifiche genetiche hanno prodotto i cambiamenti desiderati: i topi modificati presentano un pelo più lungo, una maggiore densità di follicoli e una colorazione dorata. Alcuni esemplari mostrano anche alterazioni nel metabolismo dei grassi, suggerendo una possibile maggiore resistenza al freddo. Tuttavia, la ricerca non ha ancora dimostrato se questi topi siano effettivamente più tolleranti alle basse temperature.

Nonostante il successo della sperimentazione sui topi, gli scienziati riconoscono che riprodurre gli stessi effetti su un animale di grandi dimensioni come l’elefante sarà molto più complesso. Il numero di geni coinvolti potrebbe essere significativamente maggiore e le loro funzioni non sono ancora completamente comprese. Inoltre, la gestazione di un elefante è un processo molto più lungo e delicato rispetto a quello di un topo.

Il progetto di Colossal Biosciences si inserisce in un’ambiziosa iniziativa di “de-estinzione”, che mira a riportare in vita specie scomparse come il dodo e la tigre della Tasmania. I ricercatori sostengono che la reintroduzione di mammut modificati potrebbe contribuire al ripristino dell’ecosistema artico, stimolando la crescita dell’erba e rallentando il riscaldamento globale.

Tuttavia, molti esperti sono scettici: alcuni ritengono che sia più urgente concentrare gli sforzi sulla conservazione delle specie attualmente minacciate, mentre altri sollevano interrogativi sugli effetti ecologici di una simile reintroduzione.

Attualmente, Colossal Biosciences prevede di creare i primi embrioni di elefante con caratteristiche da mammut entro il 2026 e di far nascere il primo cucciolo entro il 2028. Se il progetto avrà successo, potrebbe aprire la strada a nuove applicazioni della genetica per la protezione e la conservazione delle specie.

 

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