L’Antartide, il continente più freddo della Terra, sta attraversando trasformazioni catastrofiche che potrebbero cambiare il volto del nostro pianeta. I ghiacci antartici si stanno riducendo a un ritmo accelerato, con conseguenze che si estenderanno ben oltre i confini polari. Dal 2014, il ghiaccio marino si è ritirato in media di 120 chilometri dalla costa del continente, un fenomeno che avviene circa tre volte più velocemente rispetto al declino registrato nell’Artico negli ultimi 50 anni. Questo dato emerge da uno studio condotto da oltre 20 esperti internazionali e pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature.
Il ghiaccio marino antartico, dopo un leggero aumento nei primi 35 anni di rilevamenti satellitari, ha subito un crollo drammatico nell’ultimo decennio. Secondo il National Snow and Ice Data Center dell’Università del Colorado Boulder, entro luglio 2025 l’estensione del ghiaccio marino in entrambi gli emisferi ha raggiunto il terzo livello più basso mai registrato in 47 anni di osservazioni satellitari.
La perdita di ghiaccio marino innesca un pericoloso ciclo di accelerazione del riscaldamento. Quando le superfici bianche che riflettono quasi tutta l’energia solare nello spazio scompaiono, vengono sostituite da acque oceaniche di colore blu scuro che assorbono la stessa quantità di energia. Il 90% del calore generato dal riscaldamento globale causato dall’uomo viene assorbito dagli oceani, amplificando ulteriormente il processo.

Mentre il ghiaccio marino galleggiante non contribuisce all’innalzamento del livello del mare quando si scioglie, la situazione è diversa per i ghiacciai terrestri. Se tutti i ghiacciai e le calotte glaciali si sciogliessero, il livello del mare globale aumenterebbe di oltre 60 metri.
Gli scienziati avvertono che stiamo avvicinandoci a soglie critiche. Il cambiamento climatico con il riscaldamento globale attuale – in media circa 1,3 gradi Celsius – si sta rapidamente avvicinando a una soglia che causerebbe lo scioglimento di parte della calotta glaciale, generando almeno tre metri di innalzamento del livello del mare. Questo scenario allagherebbe aree costiere oggi abitate da centinaia di milioni di persone. E potrebbe addirittura risvegliare vulcani dormienti.
Gli effetti sono già visibili sulla fauna antartica. Negli ultimi due anni, migliaia di pulcini di pinguino imperatore sono morti affogati o congelati quando il ghiaccio marino si è rotto prima del previsto sotto le loro piccole zampe. Di cinque siti monitorati nella regione del Mare di Bellingshausen nel 2023, tutti tranne uno hanno subito una perdita del 100% dei pulcini.