Da domenica scorsa, i cieli della Valle d’Aosta sono avvolti da una foschia anomala che ha catturato l’attenzione di residenti e turisti. La causa di questo fenomeno atmosferico apparentemente inspiegabile ha origine a migliaia di chilometri di distanza: si tratta del fumo degli incendi boschivi canadesi, con oltre 200 roghi attivi di cui quasi 100 fuori controllo.
Le polveri sottili generate dagli incendi canadesi hanno attraversato l’Oceano Atlantico, trasportate dalle correnti atmosferiche ad alta quota, raggiungendo la regione alpina. Dall’inizio del 2025, gli incendi hanno già interessato oltre due milioni di ettari in Canada, generando enormi quantità di particolato che si è diffuso nell’atmosfera.
Il fenomeno è stato documentato attraverso modelli atmosferici e immagini satellitari che mostrano chiaramente il viaggio delle polveri dal paese nordamericano all’Europa. I sistemi di monitoraggio hanno rilevato la presenza di particolato tra i 3000 e i 5000 metri di altitudine, trasportato dalle correnti atlantiche.

Per quanto particolare, questo non è un fenomeno nuovo. Già nel 2024 si sono osservati episodi simili. Dalla fine di maggio, il Canada sta affrontando una delle stagioni degli incendi peggiori di sempre, mentre il 2025 rischia di battere il record del 2023, considerando che la stagione estiva è appena iniziata.
Attualmente, per le fiamme sono state evacuate oltre 30.000 persone, oltre 15.000 soltanto nel Manitoba. Gli incendi boschivi in Canada stanno diventando sempre più frequenti e intensi, probabilmente a causa del cambiamento climatico. Quando finirà il fenomeno? Dipenderà dall’evoluzione delle condizioni meteorologiche e dall’attività degli incendi canadesi. ARPA Valle d’Aosta continua il monitoraggio in tempo reale delle concentrazioni di polveri sottili, fornendo aggiornamenti costanti sulla situazione ambientale regionale.